UP&DOWN NAPOLI – Dal Chelsea a… Pioli, le emozioni del 2012 azzurro (DICEMBRE)

 

 

 

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di Antonio Papa per pianetanapoli.it

La vita è una ruota, recita uno degli adagi più antichi del mondo. Una ruota panoramica, aggiungeremmo noi modernizzando un po’ la questione. Un attimo prima sei su, in cima al mondo, e guardi tutti dall’alto; un attimo dopo sei giù e non vedi l’ora di tornare dove ti sentivi re. Per fortuna la vita non è come la giostra: il giro non finisce mai, e quindi così come sei tornato in basso puoi risalire di nuovo, e sempre più in alto. Questo è l’augurio che ci sentiamo di fare al Napoli per un 2013 di crescita, che abbia meno bassi e molti più alti. Intanto, come si fa sempre alla fine di un anno, ripercorriamo l’intero 2012 azzurro, con i suoi up e i suoi down.

DICEMBRE

UP – Sembra un fine d’anno glorioso quando il Napoli ospita il Pescara e gli rifila cinque palloni, memore dei grandi successi in goleada degli anni ’80. Un mese che ha visto salire finalmente in cattedra uno degli acquisti più dispendiosi dell’era De Laurentiis, quel Gokhan Inler che ormai ha zittito ogni detrattore e che ora si appresta ad accompagnare gli azzurri fuori dalle secche, con quel boccione pelato pieno di fosforo e quei piedi alla dinamite. Perché 16 milioni non sono tanti quando prendi un campione.

DOWN – Il fiele è sulla coda di questo 2012, macchiato irrimediabilmente dalla crisi di gioco e risultati, con il Bologna di Pioli ancora carnefice per le velleità di Mazzarri. Ma è soprattutto la penalizzazione in classifica con conseguente squalifica di Cannavaro e Grava a tramortire Partenope e i suoi tifosi. Un’umiliazione indescrivibile nata per colpa di un veronese sfigato e disonesto, che ha trascinato all’inferno un’intera città, e non certo la sua città. Per Napoli, che a certe immeritate infamie è abituata, resta l’orgoglio per due suoi figli che hanno rifiutato una combine, non certo l’idiozia giuridica dell’omessa denuncia. La vergogna è meglio lasciarla ad altri, che hanno ben altro di cui rendere conto.

Insomma, fra alti e bassi si chiude un altro anno di calcio, un altro anno di passione, un altro anno di Napoli. Bello ma non bellissimo, con momenti di grande gioia e altri di estrema tristezza. Che le batoste degli ultimi tempi siano le ceneri da cui rinascere più forti di prima, belli come il sole che illumina questa città anche il 31 dicembre. Ad maiora Napoli, con l’augurio che possa salire ancora la scala del calcio, anche se lastricata di… Pioli!

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