RIMESSA D’AFFONDO – Trefori

Rimessa d'affondo ok

 

Ci risiamo. Come ampiamente preventivato, il Napoli si riaggomitola su stesso e sui suoi atavici difetti proprio sul più bello. È il Cagliari di Zeman ad evidenziare ancora una volta le carenze strutturali di un motore che aveva finalmente preso a girare a pieni giri. Carenze tecniche, ma anche e forse soprattutto carenze mentali. Pronti-via ed è già 2-0 per gli azzurri, complice un avvio devastante di Gonzalo & partner avanzati unitamente ai ripetuti blackout di una difesa, quella ospite, tra le più battute e meno affidabili di tutta la massima serie. Da lì in poi i partenopei si eclissano dal campo, pensando di averla già vinta per contratto. La fotocopia esatta del match casalingo con il Palermo, insomma. Una discesa vertiginosa affrontata alla Cancellara dei tempi belli cancellata con un colpo di spugna quando la strada comincia a inerpicarsi verso un traguardo che sembra a questo punto sempre più lontano. Bisognerà guardarsi alle spalle, d’ora in poi, con l’unico e solo obiettivo di difendere quell’importantissima medaglia di bronzo che vorrebbe dire Champions League dalla porta di servizio. Le salite non sono mica finite, e le rocciose certezze che avevamo acquisito in queste ultime uscite si sono dimostrate ieri pomeriggio al San Paolo tutt’altro che certe: Rafael sarà anche un grande portiere (appunto, “sarà”…), Koulibaly l’erede di Thuram, Henrique Buss un rincalzo di valore, ma per adesso sono distanti anni luce dai loro omologhi a stelle – sul petto – e strisce bianconere. La stessa distanza (12 lunghezze) che separa Italia e Francia col traforo del Frejus. La stessa distanza (anche se in questo caso le lunghezze sono 9, ndr) che separa questo Napoli irregolare dalla vetta e dalla capolista Juventùs.

 

 

di Domenico Ascione (Twitter: @vesuvilandia)

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