COLPI DI JENIUS – Marek non sei solo. Quella volta che anche Quagliarella baciò la maglia

ITALY SOCCER SERIE A

 

Quante volte abbiamo visto negli ultimi anni una scena come quella di giovedi scorso al San Paolo?
Poche, perché di baci alla maglia simil Hamsik contro lo Slovan Bratislava non se ne vedono poi così tanti.
I baci, come le bandiere, nel calcio di oggi non è che siano poi tanti. E in anni recenti al San Paolo era già accaduto di ritrovarsi nella situazione.
Non lo ricordate?
Era la sera del 25 marzo del 2010, quando Quagliarella fece saltare dalla gioia tutti i presenti al San Paolo nella serata delle grandi occasioni. C’era Napoli-Juve.

 

UN SEGNO DEL DESTINO – La stagione passata al Napoli è stata per Fabio Quagliarella un saliscendi d’emozioni: prima il calore del pubblico, per uno stabiese che torna a casa, poi il poco feeling col gol e le prime rotture.
La sera della sfida contro la Juve cambiarono i destini di Napoli e Quagliarella: al minuto 27, l’attaccante sfruttò al meglio un cross di Hamsik per siglare la rimonta sui bianconeri, in una partita che finirà poi 3-1 per gli azzurri, andati in svantaggio e poi capaci di recuperare il match sbagliando anche un rigore.
Fabio si libera dalle marcature e scarica in rete, si alza e corre ad esultare sotto la B con un bacio alla maglia che sapeva di amore ritrovato, amore eterno.
Sappiamo tutti com’è finita: cinque mesi a Napoli arriverà un semi sconosciuto Edinson Cavani, e lo stabiese finirà proprio alla Juve, suscitando clamore.

 

NON PER MAREK – No, perché per Marek non sarà la stessa cosa. Non andrà alla Juve e non lascerà Napoli. Almeno non ora.
Le sue difficoltà non sono con l’ambiente, ma con se stesso.
Gli sparuti fischi piovuti dalle gradinate del San Paolo erano fischi d’amore, di chi ha conosciuto quello della sua vita e, al settimo anno, è in piena crisi.
Una crisi da superare insieme, e non separati.
Ma in un calcio economico come quello di oggi, in fondo immaginare un Napoli senza Hamsik per le esigenze della squadra non è così un’utopia: quindi dopo aver baciato la maglia, ci aspettiamo qualcosa di più.
Magari un gol, di quelli pesanti. Magari a quella Juve a cui ha già fatto male tante volte.
Era in campo con Quagliarella in quella sfida del 2010, lo sarà ancora nel 2015.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

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