SHOWTIME – Una nuova Italia spunta fuori dal buco nero dell’Europa League

interstellar

Con il destino della Terra in gioco e la certezza che i tuoi figli vivranno la metà dei tuoi anni e che probabilmente i tuoi nipoti malediranno chi li ha messi al mondo, non faresti di tutto pur di porvi rimedio? Compreso rischiare di sparire per sempre dalla vita dei tuoi cari, strappando parte della loro anima pur di fare la cosa giusta.

Ecco in breve le premesse sentimentali più che pratiche o scientifiche di Interstellar, ultima fatica del regista Christopher Nolan. Il nostro pianeta sta morendo e un piano disperato, ideato dal maggiordomo di Bruce Bale Batman, tanto per non perdere gli agganci con la precedente filmografia, viene affidato a un gruppo disomogeneo composto da personaggi secondari chiaramente sacrificabili, una splendida Anne Hathaway, Matthew McConaughey e un paio di robot, la cui presenza fa tanto film anni 80′, ma lo studio della loro struttura è decisamente futuristico e pragmatico, fin troppo per quegli anni, in cui tutto era fin troppo umanizzato (Corto Circuito).

Senza soffermarci su coloro che restano sulla Terra, gli astronauti dovranno soltanto attraversare un buco nero, consci del fatto di poter morire solo nel tentativo, per andare a caccia di chi li ha preceduti, alla caccia di pianeti abitabili in un’altra dimensione. L’obiettivo è tenere in vita quel gioiellino che è la razza umana, di cui l’universo ha necessariamente bisogno, e così, in caso qualcosa vada storto, la dispensa della nave, oltre a del cibo spaziale sottovuoto, è per metà colma di spermatozoi.

Quasi a voler citare una nota pubblicità: “Sembrava impossibile ma ce l’abbiamo fatta“, frase valida, in parte, sia per Interstellar, che per le cinque italiane impegnate nei sedicesimi d’Europa League. Le gare d’andata non erano state una passeggiata, anzi tutt’altro, eccezion fatta per il Napoli, ma nessuna delle altre quattro era fuori dai giochi. Per poter andare avanti occorreva semplicemente lottare, crederci e soprattutto ritenere la competizione alla pari, se non più importante di una salvezza serena in campionato o la conquista della stessa competizione per il prossimo anno (il che è un controsenso, ma in Italia si ragiona così).

Il solo pensiero che ben cinque società nostrane potessero cambiare idea nel giro di un paio di settimane era ridicolo, ma quanto fatto nei mesi passati lasciava qualche barlume di speranza. Di certo un girone lascia più tempo per gestire le forze, e non costringe a un eccessivo sforzo mentale e fisico, come nel caso di uno scontro da dentro o fuori, ma ormai è chiaro, qualcosa è scattato e ora, forse, si può davvero dire che l’Italia è tornata.

Più che positive le news Napoli, che chiude i giochi in soli 90 dei 180′ a disposizione, facendo sfoggio delle bellezze giunte dal mercato invernale come Gabbiadini. L’Inter conferma essere una squadra dai molteplici volti, di certo più forte del Celtic, ma decisamente meno concentrata. 2 gol subiti in 2 minuti all’andata la dicono lunga, ma alla fine, un lampo ha squarciato quello che poteva divenire un cielo cupo di tempesta, e a scagliarlo è stato Guarin, che raddrizza la barca di Mancini, che ora può davvero iniziare a pensare di lasciarsi alla spalle il fantasma di Mazzarri.

La Fiorentina aveva il compito più duro, eppure è stata in grado di superarlo da vera big, pareggiando con gol a Londra e mandando a casa il Tottenham in casa propria, infilzandolo per ben due volte, e senza subire alcuna rete. Gran lavoro di Montella, in grado di inserire subito nei propri schemi Salah, e addirittura richiamare all’attenti il partente Neto, autore di una parata fondamentale.

Bene la Roma che resta concentrata nonostante il tiro al bersaglio dei tifosi del Feyenoord che, in attesa di sanzioni da parte dell’Uefa, subisce un duro 1-2 a opera dei giallorossi, che però, risultato a parte, paiono ancora lontani partenti di quelli dello scorso anno, anche se il gruppo resta compatto. Infine, per gli amanti del calcio romantico, il Torino regala una gara al cardiopalma, di quelle che i tifosi del Napoli conoscono fin troppo bene. I granata di Ventura non affrontavano soltanto l’Athletic Bilbao, bensì la storia. Espugnando il San Mames con un fantastico 2-3, Quagliarella e soci sono la prima squadra italiana a riuscire in tale impresa.

E’ da tempo ormai che dalle nostre parti ci si ripete la storia (decisamente vera) che il quarto posto Champions passa più per l’Europa League che per la Champions, forse dallo stesso numero di anni impiegati da Michael Caine per formulare la propria teoria. Finalmente però qualcuno pare aver capito la lezione, e deciso di rischiare il tutto per tutto pur di salvare il nostro calcio. Siamo cinque e, al netto delle sedici totali, decisamente nel gruppo delle favorite. Il ranking dice che questa missione sta già ripagando lo sforzo profuso, ma non è questo il tempo per fermarsi ad ammirare stelle e pianeti. Cooper voleva tornare a tutti i costi a casa, e lo stesso possiamo far noi. Dall’altra parte di questo buco nero c’è il Narodowy di Varsavia, e ora più che mai abbiamo le carte in regola per far ritorno con la Coppa Uefa tra i denti.

di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)

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