COLPO DI TACCO – O’Animale, Pasquale Bruno

Pasquale_Bruno,_1991,_derby_di_Torino

 

“In campo mi dicevano di tutto, io mi comportavo di conseguenza” Pasquale Bruno.

Nelle liste dei calciatori più violenti della storia, il Bel Paese, detiene il primato, grazie agli anni d’oro di Pasquale Bruno.

Sedici anni di calcio giocato, 100 e passa cartellini rossi, un numero considerevole di ammonizioni, condite da squalifiche e sanzioni.

Deve, come lui stesso afferma, la notorietà e la ricchezza, al suo fare da duro e alla cattiveria agonistica.

Ma non quella che accende gli animi e che in campo fa sudare la maglia. Ma quella fisica, violenta, antisportiva.

Pugliese di nascita, Piemontese di adozione.

Il Lecce, la sua prima squadra e l’inizio della visibilità.

Eppure, non ha mai avuto problemi, nel ricordare che i suoi colori, come tifoso, sono quelli granata.

Terzino, non dotato tecnicamente, ma un guerriero di altri tempi.

In campo, come nell’arena dei gladiatori. Lotte, greco-romane, con avversari del calibro di R.Baggio, Vialli, Van Basten, Ruben Sosa. Dalle quali, non usciva mai sconfitto.

La sua determinazione, la rabbia e la faccia arcigna avevano conquistato i cuori dei suoi tifosi.

Ovunque giocasse, dagli spalti, si innalzava sempre lo stesso coro.

“Picchia per noi, Pasquale Bruno”

Li ascoltava, eccome se li ascoltava.

Indossava la maglia bianconera, campionato ’87/’88, contro la Fiorentina.

Scontri con Roberto Baggio, dal primo minuto. Stanco di rincorrere il Divin Codino, a palla lontana, gli sferra un calcio, mettendolo al tappeto.

Espulsi entrambi, gli animi non si placano, la baruffa continua fino a quando, Bruno non viene portato via di peso dai compagni.

In 99 gare, giocate con la maglia della Juventus. Pasquale Bruno, ha segnato un solo gol.

Indovinate contro chi? Il Napoli, ovviamente.

1 Marzo 1989, andata dei quarti di finale della Coppa Uefa.

Apre le marcature, per la squadra di Agnelli, P.Bruno al 13′. La partita termina 2-0 e nonostante il risultato positivo dell’andata, il Napoli al San Paolo, batte la Juventus, per 3 reti a 0.

“Io non sputo nel piatto dove ho mangiato: la Juve mi ha dato il successo, i soldi e la possibilità di conoscere alcuni grandi personaggi come l’Avvocato Agnelli e Boniperti. Quella maglia granata, però, mi è rimasta addosso per sempre.” ricorda cosi, gli anni con la Juventus.

Svincolato, passa alla corte di Mondonico, con il quale, non mancheranno liti e polemiche. Da una partenza in sordina, contro la tifoseria che lo addita come mercenario, riesce a conquistare tutti. Gladiatore impavido e leader indiscusso. Durante gli anni al Torino, le espulsioni per falli scorretti, sono state innumerevoli.

Il 7 febbraio, al Delle Alpi, partita contro il Brescia. Allo scadere del primo tempo, con un tackle sconclusionato, si stampa sulla caviglia sinistra dell’attaccante rumeno Raducioiu. Uscito in barella, gli verranno applicati nove punti di sutura.

Il presidente del Torino, stanco ed indispettito, lo multa.

Da Moggi a Cecchi Gori, multe salatissime per le sue prestazioni fallose e per le esplusioni che ne nascevano.

Ma neanche le multe, riuscivano a placare la sua irruenza.

Ma sarà con la maglia della Fiorentina, che darà il peggio di se. Dall’acqua minerale, allungata nella provetta per il test antidoping, alla testata ed il pugno a Leira del Brescia, nei sottopassaggi per raggiungere gli spogliatoi. A suo dire, Leira gli aveva sputato in faccia.

Lascia i viola, per approdare in Inghilterra. Parentesi infelice e sulla via del declino, ritorna in Italia, indossando la maglia della sua città natale.

Da gladiatore sul campo, a gladiatore in tv, come opinionista sportiva. Appassionato del vecchio amato calcio, non perde occasione per rilasciare le sue dichiarazioni. Notevole e da ricordare, la seguente :“Io quando giocavo, entravo sempre duro e non rinnego niente. Gli arbitri, all’epoca, si divertivano ad ammonirmi o cacciarmi fuori. La marcatura a uomo rendeva il calcio più sentimentale. Ora che non c’è più non abbiamo più un difensore degno di nota o quasi. Se guardo che in nazionale giocano Ogbonna e Bonucci mi viene da piangere.”

Come dargli torto!

…. Stay Tuned!!! E molti più Pasquale Bruno in campo e meno fighette isteriche, come lui stesso, definiva gli attaccanti.

Di Anna Ciccarelli

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