Pavoletti utilizzato col contagocce, ogni minuto in campo è costato una fortuna al Napoli

Pavoletti
Pavoletti © Getty Images

Il pareggio per 2-2 in casa del Sassuolo ha riallontanato il Napoli dal secondo posto che significherebbe qualificazione diretta alla prossima Champions League. La Roma ha trionfato a sua volta in casa del Pescara ed ha allungato a +4 sugli azzurri. Nella partita del Mapei Stadium non è stato però tutto da buttare: a far sorridere, per quanto possibile, Sarri e tutto il popolo partenopeo è stato il ritorno al gol di Arkadiusz Milik. Adesso il tecnico toscano non può più tenere in panchina l’attaccante polacco e sta meditando un modo per schierare tutto in una volta sia il tridente leggero che l’ex Ajax. Questa scelta potrebbe ridurre ancor di più lo spazio di Leonardo Pavoletti. La punta livornese, acquistata a gennaio dal Genoa per circa 18 milioni come sostituto del partente Gabbiadini e dell’infortunato Milik, non ha mai convinto al Napoli e l’esplosione di Mertens come falso nueve ne ha limitato ancor di più i minuti in campo. Ed ora il ritorno a pieno regime dell’ariete polacco ne renderà ulteriormente più complicato l’utilizzo.

Solo 279 minuti in campo per “Pavoloso”

Andando a fare una analisi del rapporto tra minuti giocati e soldi costati al minuto al Napoli, il dato è terrificante. Sono solamente 279 i giri di orologio in campo di Pavoletti, 184 in Serie A e 95 in Coppa Italia; soltanto tre, invece, le presenze dal primo minuto. Tutto ciò poi senza mai ascrivere il proprio nome nel tabellino dei marcatori. La cifra spesa dalla società azzurra per portarlo all’ombra del Vesuvio è stata di 18 milioni. Ogni minuto in campo con indosso la casacca del Napoli è costato circa 64516 euro. Somma incredibile che fa riflettere sulla effettiva utilità dell’attaccante e sul perché è stato acquistato dagli uomini di mercato di Aurelio De Laurentiis. Nella finestra di calciomercato estiva la scelta migliore dovrebbe essere quella di lasciarlo partire, con la Fiorentina fortemente interessata dopo averlo seguito per diversi anni.

a cura di Emanuele Catone (Twitter @CatoneEmanuele)

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