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IL PUNTO – Il piatto non piange, per ora sorride: basta poco per farlo ridere di gusto

 

 

di AntonioPapa

 

E sono due. Anzi tre. Il trittico di amichevoli di prestigio che si chiuderà col Braga procede a gonfie vele, e se ci aggiungiamo anche la vittoria con il Bayern Monaco il piatto non può che ridere di gusto. Tre successi che hanno palesato una condizione fisica invidiabile e hanno confermato l’impressione di Mazzarri: “Il miglior ritiro della mia carriera”. Insomma, il Napoli cresce e guarda al futuro con rinnovato ottimismo. Nonostante il mercato continui a riservare poche (ma buone) soddisfazioni le nubi all’orizzonte sono poche. Aspettando la Supercoppa con la Juve, il primo vero banco di prova della stagione.

 

COSA VA – E’ pleonastico parlare di Insigne, eppure una cosa va detta. Magari non vale ancora Lavezzi, ma al suo fianco ha il miglior Pandev degli ultimi cinque anni. Con un campione così a coprirgli le spalle Lorenzo potrà crescere tranquillo, senza patemi né responsabilità schiaccianti. Piace il centrocampo, che – ve ne accorgerete – con Behrami ha fatto un salto di qualità importante. Permettetemi una previsione: il crack della stagione sarà Gokhan Inler. Con due uomini a guardargli le spalle e meno compiti di rottura può tornare quello di Udine, e se resta Gargano avrà anche un’alternativa che non gli consentirà di abbassare la guardia. Bene Maggio, ma non lo scopriamo oggi. Con un altro esterno e Zuniga a fare il doppio vice si potranno mettere entrambe le ali. Che si sa, sono indispensabili per volare.

 

COSA NON VA – A giudicare da queste prime amichevoli c’è solo qualcosina da registrare. Ma i campanelli d’allarme non possono lasciarci indifferenti, soprattutto in difesa. Britos è in pesante ritardo di condizione ma soprattutto sembra non aver ancora assimilato i movimenti della difesa a tre. Lo scelse Mazzarri, speriamo non sia stata una costosa svista. L’uruguaiano è ingiudicabile per la scorsa stagione, ma se vuole meritarsi il posto deve iniziare a dimostrare qualcosa. Per fortuna Gamberini rappresenta finalmente una buona alternativa a Campagnaro, o forse qualcosa in più: un ruolo che è mancato tragicamente gli scorsi anni. La nota più dolente – dispiace dirlo – è ancora Edu Vargas. Più Sanchez o più Muriel? Detto papale papale, meglio aspettarlo come fece l’Udinese col cileno o mandarlo a maturare altrove come ha fatto col colombiano? Noi votiamo per la seconda, per due validissimi motivi. Il primo è che a Napoli non c’è la pazienza che c’è a Udine, la seconda sono i corsi e ricorsi storici: basta vedere com’è tornato Insigne da Pescara per convincersi della bontà di una cessione in prestito.

 

OTTIMISMO, NON EUFORIA – Forse è solo il fatto che la casella degli acquisti ‘veri’ segna ancora due sole unità (più Insigne e Pandev, hai detto niente) mentre alcune avversarie dirette continuano a macinare colpacci; comunque finora si può parlare solo di un concreto e motivato ottimismo, non certo di un entusiasmo travolgente. Alcuni rifiuti importanti hanno ridimensionato le ambizioni di Mazzarri, convinto dai fatti che i top-player per ora si possono sognare e basta. Per colpa dei calciatori, non solo per colpa loro, ma non apriamo un capitolo noioso. In fondo la squadra di base c’è già, si tratta solo di puntellare ulteriormente: questo è il vero vantaggio rispetto ad outsider emergenti come Roma e Fiorentina. Bastano un esterno sinistro di livello e un attaccante che non faccia rimpiangere Cavani, quando il Matador inevitabilmente tirerà il fiato. Magari, se capita l’occasione, anche un difensore che non sia un tronco come Britos. Con due-tre innesti come si deve gli azzurri possono puntare in alto, molto in alto. Già, perché la squadra daccapo deve farla solo chi lo scorso anno ha deluso o chi ha venduto mezza rosa. Chi invece la torta l’ha già (quasi) pronta, dopo averla guarnita, alla fine deve metterci solo la ciliegina. Che ha un nome e un cognome: Giuseppe Rossi.

 

 

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Antonio Papa

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