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NAPOLI – Un indizio resta semplicemente un indizio: ma la prova è in quella volontà di restare aggrappato a se stesso, a ciò che – per ora – monta dentro, alla fatica psicologica che s’avverte e che, come una morsa alla tempia o anche alle viscere, ha inchiodato Mazzarri ad un manifesto pubblico sventolato a taccuini aperti e poi ribadito a microfoni spalancati: “A fine anno potrei fermarmi “.
Le nuvole di fumo nelle quali convergono le riflessioni sono figlie di uno stress che s’accumula in maniera singolare, nella vita attraversata pericolosamente immergendosi totalmente nella propria panchina, nei riflessi che emergono, nei doveri che investono:
e ora che le attese sono cresciute, è la somma di dodici stagioni ad altissima tensione che fa il totale e spinge ad una meditazione ad oltranza.
SENSAZIONI – Il futuro è un’ incognita e il caso va ritenuto ufficialmente aperto: però la stagione rimane lunghissima e gli scenari vanno ritenuti modificabili, perché dietro a quella faccia consumata, quasi scavata, restano pure le controindicazioni sostenute da una prevedibile crisi d’astinenza che quelladrenalinico di Mazzarri finirà per intrufolare nelle proprie divagazioni solitarie.
Fonte: Corriere dello Sport
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