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Riccardo Bigon ha rilasciato alcune dichiarazioni al ‘Corriere dello Sport’ in cui parla di Cavani e dell’acquisto di un attaccante”Dopo il rinnovo, non ho più paura che Edi vada via. L’ho guardato negli occhi: Edi vuole stare qui. Prendiamo una punta solo se meglio di Vargas. Seguiamo Centurion“.
Ecco l’intervista completa tratta dal quotidiano:
Riccardo Bigon, ha ritirato nella serata di ieri il Premio Maestrelli, giunto alla sua 31esima edizione, assegnato al dirigente padovano come miglior direttore sportivo 2011-12. A margine dell’evento Bigon ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere dello Sport
Il Napoli ha recuperato sull’Inter e l’Inter ha perso dalla Juve. Dovremo prepararci a questo elastico fino alla fine? Sarà una corsa a tre?
«Io dico che fino a che la Juve è questa non c’è corsa. E l’Inter con altre due o tre può starle dietro…»-
Tra queste il Napoli…
«Noi stiamo lì a dar fastidio e finché possiamo proveremo a darne tanto. Se qualcuno stecca, si ferma, noi dovremo essere bravi a farsi trovare pronti. Questo è il nostro ruolo. E non è per nulla riduttivo».
Una bella scommessa?
«Per me assolutamente sì. E credo che vestire questi panni per diverse stagioni, come sta capitando a noi, grazie al progetto del presidente De Laurentiis, sia qualcosa di importante per la città e la gente. In questo devo dire che noi abbiamo potuto mettere in campo una cosa in più: la continuità del progetto tecnico-tattico».
Grazie a Mazzarri. La preoccupa la questione dell’anno sabbatico ventilato dal tecnico? Lei lo conosce bene, ci crede?
«Se non parla lui del suo futuro, volete lo faccia io? Proprio no. A me da dirigente deve interessare che la dedizione dell’allenatore e il suo impegno siano al cento per cento rivolte alla squadra. E questo so che avviene e avverrà fino alla fine».
Mazzarri o no Bigon resterà…
«Io ho firmato per quattro anni…»
In questa riscoperta della difesa a tre che ormai in Italia è riproposta da molti, il “suo” allenatore ha un ruolo specifico: inventore, padrino, dica lei…
«Mazzarri ha segnato un’epoca tattica del calcio italiano, credo che gli vada riconosciuto. Diverso è parlare degli inventori della difesa a tre. Quelli sono i padri del calcio: riveduto e corretto, il libero staccato con i due marcatori lo facevano Trap, mio padre. Lo facevano in tanti. Ma quando la facevamo noi alla Reggina eravamo i soli. Poi è arrivati Gasperini, un po’ Spalletti a Udine. Sì, Mazzarri ha segnato un’epoca, ha fatto la scuola recente».
La riflessione sulla punta sembra ormai aperta…
A.I.
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