L’ultima volta che mise piede a Napoli, nel giugno del 2005, furono necessari 14 blindati della polizia per tutelarlo dall’abbraccio dei suoi tifosi. Ora ci sarebbe un’altra data del ritorno in Italia di Diego Armando Maradona: martedì prossimo, 26 febbraio. Nell’attesa del secondo Grande Ritorno, Maradona prende al volo l’occasione per tornare a ribadire che «Ho letto le sentenze che mi riguardano e combatto perché tutti i cittadini onesti siano liberi. La gente non può essere perseguitata dal Fisco e non può essere costretta a pagare tante tasse».
Già, ci sono stopper che neppure il mitico sinistro de Dios riesce a togliersi dalle caviglie. E questi benedetti mastini del fisco sono peggio di Goicoechea, il basco che nel 1983 lo azzoppò per sei mesi. Secondo i vertici di Equitalia dovrebbe al nostro erario qualcosa come a una quarantina di milioni.
La materia è delicata, ed è bene lasciare i sentimenti fra parentesi. Maradona questo lo sa bene. El Pibe scrive nella lettera: «Volevo tornare nella mia Napoli in questi giorni per continuare assieme al mio avvocato e amico Angelo Pisani, la mia battaglia contro un fisco italiano disumano e senza rispetto per la verità, un Fisco che mi ha perseguitando ingiustamente da anni solo perché mi chiamo Maradona anche se la supposta violazione risulta nulla perché inesistente».
Fonte: Il Mattino
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