Evidentemente Aurelio De Laurentiis è troppo avanti, oppure vuole correre troppo. Le sue proposte di ieri sono state respinte al mittente dai diretti interessati. Anzitutto da Mario Macalli che ha organizzato il convegno “La riforma del calcio professionistico” per parlare del nuovo format della terza serie, destinata a passare da 69 a 60 club dal campionato 2014/2015, con tre gironi di Prima Divisione da 20 squadre e la scomparsa della Seconda Divisione.
Il presidente della Lega Pro, di tutta risposta al presidente del Napoli ha affermato: “Noi la riforma l’abbiamo fatta, mentre gli altri parlano di riforme: la differenza sta tutta qui“. In pratica Macalli dice no alle seconde squadre, ad esempio ad un Napoli 2: “Bisognerebbe capire se queste squadre possono salire o no di categoria – dichiara Macalli – Si rischia di diventare un campionato tra scapoli e ammogliati. E senza competitività si perderebbe anche l’interesse del pubblico“.
Come afferma il ‘Corriere dello Sport’, invece l’esempio della multiproprietà, come avviene per Lotito nella Salernitana, è accettato di buon grado dal presidente della Lega Pro. Ma è chiaro che: “Se la Salernitana sale di categoria scatta la norma d’incompatibilità e la devono vendere. Ma è una squadra che ha la sua città, il suo pubblico, uno stadio. Se salisse di categoria, invece, la Lazio B chi la comprerebbe? Lasciamo perdere”.
Altre risposte alle proposte di De Laurentiis arrivano anche da Abete che parla anzitutto di riduzione del numero di club partecipanti alla serie B, e da Maurizio Beretta: “Servono riflessioni strutturali, non ha senso parlare di riduzione dei club di serie A, prima di verificare cosa comporta ciò per le altre Leghe delle serie minori“.
A.I.
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