Dopo quattro ricoveri per overdose ed un periodo di disintossicazione in clinica, l’ex calciatore Walter Casagrande ha pubblicato un libro autobiografico intitolato “Casagrande e i suoi demoni”, nei quali ha vuotato il sacco sulla sua spregiudicata gioventù, iniziando dai tempi del Corinthians, agli inizi degli anni ’80: “A quei tempi ci andavo piano, solo qualche canna e qualche preparato di cocaina, in europa niente droga ma ci obbligavano a fare delle iniezioni intramuscolo ed il risultato era sbalorditivo ma dopo un po’ mi sono rifiutato di continuare”. Dopo l’esperienza con Ascoli e Torino ha proseguito a giocare a pallone ma dopo il suo ritiro, nel ’97, ha toccato il fondo: “Mi sentivo tremendamente vuoto e cercavo rifugio nella droga, in una sola sera potevo sniffare 3 grammi di cocaina, poi iniettarmi una dose di eroina, fumarmi una canna e bermi una bottiglia di tequila. Ho giocato anche per anni alla roulette russa, ispirandomi a quella spinta autodistruttiva che vedevo nei miei miti, i musicisti rock come Jim Morrison, Janis Joplin e Jimi Hendrix”.
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