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di Antonio Izzo
Marco De Simone, ex difensore del Napoli degli anni ’80, oggi è il direttore sportivo della Nerostellati Frattese, squadra di Eccellenza Campana. Ai microfoni di Napolicalciolive.com, svela il progetto ambizioso che si prefigge come obiettivo quello di tornare tra i Pro in brevissimo tempo. De Simone parla anche del Napoli di oggi, dei suoi trascorsi con Maradona, di Cannavaro e di Cavani. Ecco l’intervista integrale.
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Direttore, inizia l’era Benitez: è l’anno giusto per vincere e per competere in Europa o manca ancora qualcosa?
“Credo che manchi ancora qualcosa, ma deve saperlo bene Benitez…E’ una squadra che è stata ricostruita, con la vendita di Cavani c’è stata una rivoluzione a livello tattico. L’atteggiamento tattico di Benitez, con il suo 4-2-3-1, segna l’apertura di un nuovo ciclo rispetto al gioco di Mazzarri”.
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In quale reparto c’è più urgenza di intervenire sul mercato?
“Sono convinto che anzitutto va smaltita un po’ la rosa: da quello che so il Napoli ha 32 giocatori. Credo che Bigon e De Laurentiis stiano cercando di piazzare in uscita due-tre giocatori per poi prendere altri elementi che vadano a sistemare il mosaico del Napoli”.
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Lo scorso anno Cannavaro ha guidato la seconda miglior difesa, attualmente riceve qualche pressione e qualche critica: che idea si è fatto della vicenda?
“Paolo è un ragazzo serio, un professionista e mi dispiace quando viene messo sotto accusa dall’ambiente. Non è giusto perché ha dimostrato attaccamento alla maglia e alla squadra, ed è un leader all’interno dello spogliatoio. Sono convinto che possa rimanere tranquillamente al Napoli perché è un giocatore che serve alla causa”.
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Torniamo a Cavani: dopo Maradona, è stato uno dei pochi che ha fatto sognare la piazza. Premesso che paragoni calcistici sono fuori luogo, qual è la stata la più grande differenza tra i due?
“C’è un abisso perché Maradona era uno che ti faceva vincere le partite da solo. Io dico sempre che il calcio è cambiato, le bandiere sono finite: una volta un calciatore vestiva una maglia per almeno 7-8 anni, adesso si cambia soprattutto sotto l’aspetto economico. La vita del calciatore è breve e ognuno cerca di mettere da parte quanti più soldi possibili per poi finire la carriera”.
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A proposito di Diego: lei ha giocato con lui nella stagione 84/85, la sua prima in Italia..
“Vestire la maglia della squadra della propria città , giocare in quel periodo lì, per di più con Maradona…non è da tutti. Quando c’è stato il mio passaggio dal Cagliari al Napoli, con lo scambio con De Rosa, dopo due giorni mi ritrovai a vestire la maglia azzurra a Bergamo contro l’Atalanta, con Maradona al mio fianco”.
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Eppure il suo debutto in serie A avvenne proprio contro il Napoli..
“Si, fu al San Paolo; mi ritrovai con la maglia del Cagliari a giocare contro la squadra per cui tifavo. Avevo appena 17 anni e mezzo…”.
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Gli anni della grande Frattese erano gli anni in cui i nero stellati avevano Marco De Simone in difesa: è più difficile fare il direttore sportivo oggi o il giocatore all’epoca?
“Ovviamente io preferivo giocare, perché da direttore ci sono tantissimi problemi, come il fatto di essere qui con squadra e allenatore per correggere i piccoli difetti di questo progetto e poter essere perfetti per la partenza di questo campionato. L’Eccellenza è un torneo difficile, a fine carriera l’ho giocato e quindi so cosa significa disputarlo qui a Frattamaggiore”.
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Ci parli del grande progetto Frattese!
“E’ nato lo scorso anno quando il sindaco e la giunta comunale mi chiamarono in causa. C’erano tutte le premesse: il sindaco è stato bravo a mettere insieme 10 imprenditori (che quest’anno sono diventati 11). La speranza è quella di arrivare ai fasti che ho lasciato 32 anni fa a Frattamaggiore”.
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Il potenziale allestito da lei quest’anno autorizza a sognare in grande
“Anzitutto ringrazio gli imprenditori che mi hanno messo a disposizione un budget molto più sostanzioso. Se andiamo a vedere i calciatori che ho preso quest’anno, sono di categoria molto superiore. L’ultimo acquisto è stato Gaetano Grieco, un giocatore che non presento io, la sua carriera dice che per noi è la ciliegina sulla torta”.
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