di Gennaro Arpaia
Fin dalla notte dei tempi, distruggere è più facile che costruire. Distruggere appartiene agli uomini, costruire agli dei.
E in nessuna città come a Napoli distruggere è facile tanto da diventare sport nazionale.
Strilloni da prima serata fanno a gara per defenestrare un progetto avviato appena cinque mesi fa e ancora in fase embrionale.
Per una volta, invece, bisognerebbe fare un passo indietro e guardare all’erba del vicino: in Olanda il PSV non vince da sette partite, e i tifosi hanno incoraggiato i giocatori a suon di pacche sulle spalle dopo il 6-2 incassato nell’ultimo turno. In Inghilterra, uno squadrone come lo United sta assestandosi con difficoltà ai dettami di Moyes dopo anni di guida Ferguson.
In nessun caso si fa strada l’idea che sia l’allenatore la causa di tutto.
Se tale costumanza si facesse largo anche in Italia sarebbe tutto molto più semplice, soprattutto per una squadra terza in campionato e al passo delle più grandi in Europa.
Perché in nessuna città come a Napoli distruggere è facile, però costruirvi può diventare epico.
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