PRESS-À-PORTER – “Il Bernabéu non mi ha mai dedicato un coro, il San Paolo sì”

Così parlò El Pipita, anzi, come lo chiamano dalle sue parti, El Pipa in una recente intervista al settimanale “SportWeek”. A riportarlo è il solito Marca, sempre attentissimo alle sorti dell’asso argentino in quel di Napoli. Parole al vetriolo, quelle del numero 9 azzurro, che hanno scatenato una vera e propria scissione fra i lettori del celeberrimo quotidiano spagnolo. Da una parte c’è chi lo ricorda con affetto, nostalgia e rimpianto; dall’altra quelli che non gli hanno mai perdonato la sua poca efficienza nei match che contano. In realtà i numeri non sembrano dar torto a questi ultimi, se è vero com’è vero che Higuaín ha messo a segno la bruttezza di 8 reti in 48 partite ufficiali in Champions. Ma i numeri, che non mentono mai, vanno interpretati e letti con meticoloso scrupolo, altrimenti si parla a vanvera e si rischia di azzeccare una figuraccia dietro l’altra. Più che di 48 presenze, infatti, si tratta di 48 spezzoni di partita, a volte nient’altro che cammei di un quarto d’ora. Diciamoci le cose come stanno; a Madrid Higuaín, pur essendo un attaccante straordinario, era soltanto “uno dei tanti”, l’ennesimo fuoriclasse in una rosa di solisti disobbedienti ad un altrettanto caotico direttore d’orchestra. Alle pendici del Vesuvio, invece, Gonzalo è un faro acceso di luce immensa, il beniamino incontrastato di una tifoseria che antepone i propri colori a tutto il resto, e che ha intravisto in lui la porta per un Paradiso dimenticato da troppo tempo. Intanto dal canto suo, o meglio dall’account suo Twitter, il Pipita smentisce categoricamente di aver mai pronunciato una frase simile: “Buenos dias a tod@s. Quiero desmentir rotundamente lo de que el bernabeu nunca grito mi nombre , nunca salio de mi boca. Queria aclararlo”, il che vuol dire almeno due cose: 1) SportWeek s’è inventato tutto 2) Higuaín non sa nemmeno cosa sia un accento. D’altronde, che parlasse coi piedi s’era già capito da un pezzo.