di Gennaro Arpaia (Twitter: J3nius9)
Operazione riuscita.
Battere lo Swansea e approdare agli ottavi di finale di questa Europa League era l’obiettivo ed è stato centrato in pieno dai ragazzi di Benitez dopo il 3-1 finale rifilato ai gallesi.
Ora però, a telecamere e microfoni spenti, nelle segrete di Castelvolturno ci si ritroverà ad analizzare quanto successo nella serata d’aperitivo del San Paolo.
Un quarto d’ora bello, positivo, che sfocia nel gol di Insigne. Bello, bellissimo.
Poi, come quasi sempre, l’involuzione, quel rinculare fisico e mentale che porta il Napoli spesso a perdere terreno e lasciare il pallino agli altri, siano essi del Genoa, dello Swansea o dell’Arsenal.
Ecco come si spiega il gol ospite di De Guzman: errore, certo, di un giocatore, forse due, ma soprattutto frutto di un modo di giocare che poi non ti porta da nessuna parte.
Il Napoli è stato confusionario, fino a cinque minuti prima del gol di Higuain: ai lanci lunghi ha sostituito la manovra, ha trovato la freschezza di Mertens e meno palle perse del duo Inler-Behrami.
Naturale trovare il raddoppio.
Superato il Galles, è la volta del Portogallo.
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