Giocare per giocare non serve a nessuno.
Tantomeno al Napoli. Non fingiamo: nella squadra hanno tutti la testa al 3 maggio, Benitez compreso, solo che lui non va in campo e allora lo fa vedere meno.
Però qualcosa si può intravedere: un po’ di turnover in vista di Milano, è vero, ma neanche tanto, perché gli uomini devono essere tirati a lucido per il grande appuntamento, il suo primo in Italia.
Trofeo o non trofeo, però, si rischiano così due pericoli diversi:
– caricare troppo le aspettative di una gara secca.
– perdere qualsiasi motivazione di classifica, anche se ormai la matematica condanna l’impossibile secondo posto e quasi ti certifica il terzo.
Eppure il Napoli sceso in campo al Friuli non è che dispiacesse. Anzi.
A cambiare dev’essere solo la testa.
E il Benitez visto in conferenza cambia sempre di più rispetto a quello di inizio stagione.
Meno sorrisi, più messaggi diretti.
“L’esperienza non si compra sul mercato”, ed è vero, ma è vero pure che la crescita passa dal mercato stesso inevitabilmente.
Ma non la finale. Quella sarà tutt’altro discorso.
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