“Avere tanto tempo per porsi domande non è un bene.”
È così che il Brad Pitt di ‘Sette anni in Tibet’ spalanca le sue porte verso Marek Hamsik.
Sette anni, come quelli trascorsi già in maglia azzurra: il giovane slovacco sbarcò a Napoli nel luglio del 2007, presentato a stampa e tifosi insieme al Pocho Lavezzi.
Non c’è più, Ezequiel, ormai inebriato dai profumi della bella Parigi e sotto l’egida degli sceicchi del Psg. Marek, invece, quella maglia azzurra la veste ancora, con orgoglio, così come con orgoglio porterà la fascia di capitano della squadra, designato ufficialmente per la prima volta.
“Avere tanto tempo per porsi domande non è un bene.”
È vero, caro Marek. Eppure, siamo sicuri che, dal termine del campionato fino al primo allenamento di qualche giorno fa, hai pensato tanto.
Eppure il tempo è passato, uno scorcio d’estate è andata via, ed ora si torna a faticare.
All’orizzonte un preliminare di Champions che vale mezza stagione, ed un’annata, quella della verità, per lo slovacco e tutto il Napoli.
Non è più tempo per chiedere pazienza ai tifosi. Non è più tempo per adattarsi ai nuovi schemi di Rafa.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: gennarojenius9)
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