Dieci giornate di campionato sono oramai passate. Neanche un terzo dell’intero campionato, è vero, ma già abbastanza per avvicinarsi al primo giro di boa natalizio e cominciare a tirare su un po’ di somme che possono fare la differenza.
Quel che salta maggiormente all’occhio degli appassionati è la situazione in classifica, è vero, perché vedere ai piani alti la coppia genovese formata da Sampdoria e Genoa, finalmente a braccetto in positivo, fa piacere un po’ a tutti, e anche la Lazio di Lotito è tornata a veleggiare alto, insieme con il Napoli, tutte pronte a giocarsi le prime posizioni della Serie A.
Ma interessante risulta anche la situazione in classifica marcatori.
Le prime quattro posizioni sono infatti occupate da calciatori che sono abituati a segnare, è vero, ma non sono veri e propri bomber, quelle punte di sfondamento che negli anni ’90 e nei primi 2000 facevano la differenza qui da noi.
Callejòn, Di Natale, Honda, Tevez; mezze punte, seconde punte, trequartisti, esempio del calcio moderno, di un calcio mobile, veloce, che cambia ad ogni partita, che non ambisce più agli arieti dell’area di rigore.
LO SPAGNOLO MIGLIORE – Callejòn non è una sorpresa. Non lo è a Napoli, dove anche lo scorso anno arrivò in doppia cifra, così come non lo è in Italia.
TOTO’, CARLITOS E IL GIAPPONESE – Ci sono un napoletano, un argentino ed un giapponese.
Sembra una barzelletta, invece è il trio attuale dietro Callejòn, tutti con 6 gol in classifica, importanti per i destini delle rispettive squadre.
I BOMBER – Attaccanti ‘veri’ li ritroviamo solo dietro di loro.
Il primo è Filip Djordjevic, attaccante serbo acquistato quest’anno dalla Lazio, già a quota 5 gol, così come Gonzalo Higuain, forse la prima punta più forte dell’intera Serie A, svegliatosi in ritardo ma in gol nelle ultime tre uscite di campionato e in netta ascesa.
Anche Matri, esponente della vecchia scuola di prime punte, ne ha messi cinque, e insieme a lui Antonio Cassano e Mauro Icardi, non prime punte ma di certo unici riferimenti offensivi di Parma e Inter.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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