ALLENATORE – Per Roberto Donadoni è il peggior momento della sua carriera da allenatore. Dodici sconfitte, un pareggio e due vittorie, di cui una contro l’Inter di Mazzarri. Il suo Parma non gira più; non gira più come l’anno scorso, quando la squadra era una delle più sorprendenti di tutta la serie A. La mancata qualificazione in Europa League, nonostante la conquista sul campo, è stata una mazzata psicologica tremenda. Senza dimenticare i problemi societari.
Il fantasma di Crespo continua ad arieggiare nei pressi del centro sportivo di Collecchio.
ROSA – Il Parma non ha cambiato molto rispetto alla passata stagione. Per il match contro gli azzurri non saranno disponibili Biabiany, Jorquera, Ghezzal, Coda e Mattia Cassani. Parecchie defezioni, dunque, a cui Donadoni dovrà far fronte.
COME GIOCA – 3-5-2
Mirante; Santacroce, Paletta, Lucarelli; Rispoli, Acquah, Lodi, Mauri, De Ceglie; Cassano, Belfodil.
Ricordate il bel Parma della passata stagione? Bene, dimenticatelo. Questa è una squadra completamente diversa, non più quadrata e compatta come prima. Con 34 reti al passivo, la difesa fa acqua da tutte le parti, nonostante l’esperienza dei singoli. A centrocampo si salva Lodi, arrivato in estate dal Catania, ma anche lui in fase di involuzione per ovvi motivi. Capitolo Cassano: giocatore dalle qualità tecniche straordinarie, uno di quelli che può cambiare la partita con un semplice tocco. Ma i suoi consueti mal di pancia non aiutano: e un giocatore come Cassano, svogliato e senza motivazioni, può servire a ben poco. Sembra inevitabile il suo addio a gennaio, destinazione Samp o Torino. Al suo fianco, nel match di domani, dovrebbe scendere in campo il rispolverato Palladino.
L’UOMO CHIAVE – Sarà svogliato, sarà senza motivazioni, ma Antonio Cassano è l’unico, ora come ora, che può risollevare le sorti del Parma. Memorabile la sua cavalcata nel Napoli-Parma della passata stagione, conclusa con uno dei suoi tiri chirurgici. Si, perché il barese può sempre contare sulle sue strabilianti doti tecniche: potrebbe dormire per 90′ per poi svegliarsi nei minuti di recupero e decidere la gara con un gol o un passaggio illuminante. Il suo momento di forma, però, non è dei migliori; in più sembra distratto da un possibile addio.
Non è da sottovalutare il napoletano Raffaele Palladino, motivato dallo giocare al San Paolo contro la sua squadra del cuore.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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