Il tempo dei bilanci è quando il mercato di gennaio chiude i battenti.
Nulla più si può cambiare, ormai quel che è fatto è fatto.
Ma la mossa sbagliata è capire ora i promossi e bocciati di questa sessione di calciomercato: i voti li darà il campo, e le figurine resteranno solo negli album dei bambini.
Eppure a noi piace sbagliare, quindi ci proviamo lo stesso.
PROMOSSI – Nelle intenzioni, almeno non possiamo non metterci le milanesi. La loro situazione di classifica non è delle più facili, e quindi più di altre erano costrette ad intervenire massicciamente.
L’hanno fatto seguendo due linee differenti: l’Inter ha sfruttato l’immagine del ritorno di Mancini per arrivare a giocatori di primo livello come Podolski e Shaqiri, il Milan s’è affidato come sempre a Galliani, e Antonelli e Destro possono essere ottimi colpi nello scacchiere di Inzaghi.
RIMANDATI – La Juve, in primis, anche se vestendo il ruolo di corazzata del campionato aveva poco da fare.
Ma seguendo un vecchio insegnamento Zen sappiamo che “Less is more”, e allora il ritorno di Matri potevate anche evitarlo. Giovinco a Toronto è mossa di marketing più che di mercato.
Rimandata anche la seconda in graduatoria, la Roma: l’ “Affaire-Destro” convince poco. Soprattutto se rimpiazzato con Dumbia. Ma il ragazzo non era più in sintonia con l’ambiente e tante volte è meglio non calcare la mano.
L’arrivo di Ibarbo non sposta gli equilibri, serviva forse qualcosa in mezzo al campo visti i problemi fisici di Strootman e De Rossi.
E il Napoli?
Da fuori quota gli azzurri hanno già fatto vedere in campo la qualità degli acquisti fatti.
Ivan Strinic pare il tassello per anni mancante su quella corsia sinistra. Manolo Gabbiadini è già valso tre punti in più in campionato e d’altronde tutti conoscevamo già il suo incredibile valore.
E allora perché non promuovere definitivamente il mercato di Bigon?
In effetti questa sessione invernale è assolutamente sufficiente, ma la carrozzeria degli azzurri andava forse ancora integrata, come dalla scorsa estate.
Peccato che il lavoro non sia stato ultimato, ma adesso inutile pensarci; Rafa saprà trasformare in oro quello che toccherà?
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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