Bisognava vincere, e alla fine vittoria è stata.
Il Napoli inaugura questo mese di febbraio al San Paolo battendo una delle sue storiche bestie nere, non in scioltezza certo, ma senza neanche troppi affanni.
Luci (tante) e ombre (alcune) si sono scontrate nel pomeriggio di Fuorigrotta, il tutto crollato sotto i colpi di Mertens e Gabbiadini, ancora, prima che Thereau consegnasse il match nelle mani dei padroni di casa.
INIZIO SPRINT – L’approccio azzurro alle gare, uno degli aspetti più problematici e chiacchierati del corso Benitez, sembra essere completamente cambiato rispetto agli ultimi tempi: il Napoli scende in campo convinto dei propri mezzi, anche e soprattutto contro quelle squadre che, sulla carta e solo sulla carta, non sono al suo stesso livello.
Cesena e Chievo ne sono la prova, Roma sponda Lazio può esserne la conferma.
E anche le gare interne con Genoa e Udinese l’hanno confermato.
EFFETTO TURNOVER – Bravo Rafa a gestire il gruppo, un gruppo che pare rinfrancato dagli innesti di calciatori di buona prospettiva come Gabbiadini e Strinic.
Col croato, Ghoulam potrà rifiatare maggiormente, con Gabbiadini tutti i trequartisti devono stare attenti: l’ex Samp va in gol per la seconda gara consecutiva e risponde presente. Callejòn, lasciato in panchina ieri, prenda nota, perché in prospettiva c’è anche il rientro di Insigne e i posti sono solo tre.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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