L’era De Laurentiis è appena iniziata, e lui è il primo allenatore del nuovo Napoli. La sua avventura in azzurro dura poco, pochissimo. Verrà sostituito da Reja, ed è inutile raccontarvi come siano andate le cose successivamente.
Nel frattempo, però, Giampiero Ventura continua a percorrere la sua strada, in continuo crescendo, stagione dopo stagione. Come dimenticare il suo splendido primo Bari, ancor più straordinario il cammino col Torino, protagonista anche in Europa negli ultimi tempi.
Napoli come vero e proprio punto di partenza, dunque. Ma anche come insopportabile bestia nera: sedici gare contro gli azzurri in carriera, sedici non vittorie. Fino a ieri. Ancor più disastroso è il confronto con Benitez: quattro partite, quattro sconfitte. Fino a ieri.
Squadra operaia, il Torino, instancabile. Compatta, disposta in campo in maniera quasi perfetta.
Giampiero Ventura, allenatore atipico rispetto ai colleghi italiani, che gioca a calcio per vincere e non per difendere. Il suo vecchio 4-2-4 è ormai solo un – fantastico – ricordo, ma la qualità del gioco è rimasta invariata: fluida manovra offensiva, equilibrio tattico maniacale.
Benitez, questa volta, si è dovuto arrendere. Questa volta ha vinto Ventura.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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