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#AMENTEFREDDA – Napoli, adesso è crisi. La sosta al momento giusto, ma sono tutti sul banco degli imputati

 

Solo un pari. E, per giunta, in dirittura d’arrivo.
È Duvàn Zapata, ancora una volta, a salvare un Napoli che, al netto di una direzione arbitrale quantomeno rivedibile, sembra troppo brutto per essere vero.
Una prestazione sotto gli standard abituali che non salva la faccia degli azzurri, costretti a rincorrere per il solito errore/orrore individuale ed ora costretti pure a guardare dal basso la Lazio che va in fuga.

 

HORROR D’AUTORE – Quella vista in campo per 80′ non èla squadra di inizio anno: sarà un momento di flessione, sarà la stanchezza per gli impegni infrasettimanali, fatto sta che il Napoli di oggi sembra lontano parente di quello che pareva aver blindato il terzo posto prima della trasferta di Palermo nel giorno di San Valentino.

Dubbi provoca ancora la scelta di Rafa Benitez di proporre De Guzman dal primo minuto, così come l’impiego di Henrique da centrale, scelta obbligata per l’indisponibilità di Albiol, si rivelerà poi il tallone d’Achille della partita degli azzurri.
Il Napoli cambia marcia solo dopo il gol subito, ma lo fa per inerzia più che per voglia: il pari di Duvàn è una diretta conseguenza della spinta che il San Paolo – assente ingiustificato ieri sera, in una notte di ricordo per lo storico tifoso scomparso D’Angelo – ha saputo dare all’undici di Benitez negli ultimi minuti.

 

OBIETTIVO MINIMO – Il terzo posto sembra fuggire via. La marcia della Lazio non si arresta, e la Roma ha ripreso a vincere. Le due romane vanno (quasi) a braccetto verso la Champions, mentre il Napoli deve fare i conti anche con la Samp, che ha rubato il quarto posto, e con la Fiorentina, fermata solo nel finale a Udine.
Il vantaggio sciupato nell’ultimo mese e mezzo potrebbe risultare come nuovo record in negativo per gli azzurri. Ma così come Lazio & Co. hanno saputo riprendere gli azzurri, saranno ora gli azzurri a doverci credere.

Certo, col doppio impegno settimanale non sarà facile, ma l’obiettivo minimo fissato è l’ingresso in Champions, e quello è distante ora 6 punti.
Sei punti o quattro partite: perché anche l’Europa League arriverebbe alla Champions dalla porta principale. Ma Rafa e il Napoli non hanno sicurezze, né tanto meno ne danno.
La sosta per le nazionali arriva nel momento migliori.
Bisogna recuperare le forze per l’ultimo rettilineo di questa stagione che sembra non voler finire mai.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

Gennaro Arpaia

Iscritto alla facolta di Giurisprudenza della Federico II Napoli. Giornalista pubblicista iscritto all'albo da giugno 2013.

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