E’ finita l’avventura di Rafa Benitez sulla panchina del Napoli. L’allenatore azzurro, nella conferenza stampa congiunta con De Laurentiis di oggi, lo ha confermato: “Il mio ciclo qui è terminato. Voglio dire addio domenica con la squadra in Champions. E’ sempre triste lasciare un posto dove ti trattano così bene. Alla fine però la famiglia è sempre più importante e, parlando con Aurelio, si è reso conto che doveva guardare avanti. Era chiaro però che il ciclo era ormai terminato”.
PIANO SOCIETARIO – Dopo la partita col Wolfsburg, lo spagnolo inviò una serie di frecciatine alla società: “Io conosco bene il Fairplay finanziario. Il Napoli con Aurelio ha fatto un grande sforzo e c’è stata una grande crescita. Un allenatore però vuole sempre vincere di più. Questo conta, ma la famiglia è stata la chiave principale per guardare avanti e chiudere questo ciclo”.
ASPETTATIVE – Benitez lascia due titoli in più nella bacheca del Napoli. Sperava di vincere qualcosa in più?: “Tutti sappiamo quanto è forte la Juventus, e dunque le nostre vittorie hanno ancora più valore. Di certo potevi avvicinarti alla parte alta della classifica, ma spesso per degli episodi non ce l’hai fatta. Io sono convinto che la squadra sia cresciuta, arrivando a due semifinali ed uscendone con dei gol irregolari. Come dicono i nostri tifosi, al di là del risultato conta il lavoro che si è fatto per arrivare a tanto, e ora lottare ancora per il terzo posto. Abbiamo fatto tanti errori ma ‘i tori si vedono sempre meglio dalla barriera’, ma quando si è nel mezzo è sempre più difficile. E’ normale fare errori, ma la cosa più importante ora è fare una bella partita e vincere contro la Lazio. Potremo fare il record di reti con 104 reti, essendo ora a 102, saremo molto felici”.
POCHI PUNTI CON LE PICCOLE – Le difficoltà maggiori affrontate dal Napoli di Benitez sono arrivate contro le cosiddette piccole: “Di certo qualche errore lo abbiamo fatto, ma abbiamo anche fatto cose positive. Mantenere costanza e qualità non è facile, e il passo avanti fatto quest’anno è arrivare in fondo a tre competizioni. Quando sono arrivato la rosa vera era composta da 14 giocatori, mentre l’anno seguente sono diventati 18-20. Se hai una rosa più forte è più facile gestire ogni gara”.
RIMPIANTI – Una stagione di rimpianti, con le mille occasioni mai sfruttate: “In Spagna dicono che il mio calcio sia difensivista, ma le mie squadre segnano sempre tanto. Qui dicono che non sono adatto, ma abbiamo vinto due titoli e siamo in lotta per la Champions, dunque sono adatto al calcio. Alla fine, dopo un po’ di tempo iniziale, riesco ad adattarmi”.
MEDIA – Due anni di duro lavoro anche per la pressione continua dei media: “La cosa più importante per me, parlando con Aurelio, è dare il massimo per l’ultima gara e ottenere la vittoria. Dopo questa partita penserò al mio futuro, e ci sarà tempo per parlare. Accetto la pressione dalla Spagna, ma tutto devo rinviarlo a dopo la gara contro la Lazio. Io ho portato avanti una battaglia contro i cori contro i napoletani, che continuo a sentire e non capisco come sia possibile. Il mio messaggio per il Napoli è sempre lo stesso, ovvero restare spalla a spalla, il che renderà la crescita sempre più facile”
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