a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
Anni di evoluzione su evoluzione, la stessa studiata da Darwin, che hanno portato cambiamenti anche in casa nostra. La prossima Serie A che si affaccia al balcone nazionale proporrà agli appassionati dello stivale squadre che hanno puntato il tutto per tutto sulla loro forza offensiva.
Scordatevi il calcio catenacciaro di una trentina di anni fa, quello arrivato a trionfare fino al Mondiale tedesco chiuso in bellezza dalla nazionale azzurra; e poco importa se le frecce d’argento più brillanti non hanno mai nazionalità italiana, perché il calcio è sempre meno sport e sempre più spettacolo e giro economico.
Così come il detto americano: “Le difese vincono le partite, gli attacchi vendono i biglietti”. Nel nostro caso anche gli abbonamenti sono importanti.
Non solo in casa Napoli: l’attacco azzurro è di per se stratosferico. Con Higuain, Callejòn, Insigne, Mertens e Gabbiadini a giocarsi due o tre posti, con Hamsik bravo a dare il suo contributo in zona gol. Il gioco è completo.
Ma anche le altre squadre non si lamentano; nonostante la partenza di Tevez, la Juve ha affiancato a Llorente e Morata il croato Mandzukic, bomber di livello internazionale, poi le due giovani stelle Dybala e Zaza, attaccanti che possono contribuire e non poco in area di rigore.
Tutte o quasi tutte, però, hanno particolari problemi in difesa.
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