a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
Il solito Sarri, quello che ci aveva anche avvertito: “Le mie squadre di solito partono maluccio, da ottobre poi cominciamo a carburare e, si spera, teniamo per tutta la stagione”.
Non voleva mettere le mani avanti il buon Maurizio, ma solo dire la verità; uomo avvisato, mezzo salvato s’è sempre detto.
Anche lo scorso anno, il primo di A per lui, i toscani di Empoli stentarono e tanto: sconfitta all’esordio ad Udine e alla prima in casa contro la Roma, il primo punto arrivò alla terza a Cesena, la prima vittoria solo alla sesta giornata contro il Palermo. Ma era Empoli, appunto, e a Napoli i giorni volano e il tempo passa più in fretta che in periferia: cinque gare senza vittoria qui nessuno se le immagina, tanto che la gara di domenica, la prima al San Paolo contro la Sampdoria, sembra già un dentro o fuori di quelli che possono poi decidere un’intera stagione.
UNA SIGARETTA E TANTI DUBBI – Sarà tornato a casa col cuore a mille, Sarri. Avrà acceso la sua solita sigaretta e magari messo indietro il nastro della gara di Reggio Emilia la sera stessa, per evidenziare e tenere a mente i numerosi errori commessi.
Sono tante le ombre che vengono fuori dal Mapei Stadium, più delle luci ma comunque non irrisolvibili essendo ancora calcio d’agosto.
La più sconcertante delle preoccupazioni viene sicuramente dalla tenuta fisica: il Napoli a casa del Sassuolo non c’è mai andato, e il gol è arrivato da un vero e proprio regalo avversario. Anche il vantaggio immediato può aver tagliato le gambe agli azzurri, forse troppo sicuri e pronti a sottovalutare l’impegno nei restanti 87 minuti.
L’attacco, poi, pare essere diventato un rebus: le soluzioni offensive che da anni caratterizzano il Napoli sembrano scomparse, tanto che nella prima serata di campionato dell’anno nessuno degli attaccanti scesi in campo dal primo minuto è stato sufficiente: non Higuain, impalpabile fuori forma e sostituito all’ora di gioco, così come Mertens e Insigne. Hanno finito la gara El Kaddouri dietro a Callejòn e Gabbiadini, un dato che la dice lunga sull’andamento del match.
I sorrisi che Sarri aveva proclamato e sponsorizzato sin dal primo giorno di Dimaro non si sono visti: squadra abulica, inconsistente su entrambi i lati. I lati, appunto, con la difesa che fa acqua da tutte le parti. A sinistra, dove Hysaj è chiaramente fuori ruolo – e non ne capiamo il motivo con Ghoulam e Strinic ancora in rosa – e a destra dove Maggio conferma la parabola discendente degli ultimi anni. Risultato: Floro Flores e Sansone vanno dentro che è una bellezza.
MA È PRESTO PER LE SENTENZE – Perché 90′ sono una parte infinitesimale di questo lungo cammino e saranno già storia vecchia tra qualche ora. Il lavoro è appena all’inizio e il progetto azzurro deve essere alimentato anche dalla società. Le certezze del Napoli arriveranno dal San Paolo la prossima domenica; ci si aspetta una bella cornice di pubblico per una serata di fine agosto che terrà a battesimo l’esperienza di Sarri.
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