«È inutile intonare la Marsigliese se poi per tutta la partita canti Vesuvio lavali col fuoco», la firma è di Paolo Condò. Gioco, partita, incontro. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Anzi, Lorenzo Insigne qualcosina l’avrebbe anche aggiunta, ma concentriamoci sul resto. Gli insulti, l’inciviltà e l’ignoranza lasciamola agli altri.
Il soggetto non cambia; e sì, perché è difficile non parlare di questo Insigne. Per la prima ora di gioco contro l’Hellas non riesce mai a rendersi realmente pericoloso. Si pensa addirittura che la sostituzione sia inevitabile: El Kaddouri sta per entrare, Lorenzino guarda la lavagna luminosa manco fosse uno studente che spera di non essere interrogato: sospiro di sollievo, esce Callejon. Sarri lo sa che può ancora essere la sua partita, ma non gli servono parole per farglielo capire: Insigne cripta il messaggio e al 67′ insacca alle spalle di Rafael. Da lì in poi è tutta in discesa.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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