a cura di Paquito Catanzaro (Twitter: @Pizzaballa81)
Il nome è quello: Jorge Luiz Frello Filho, però preferisco che mi chiamiate Jorginho. Un po’ per praticità, un po’ perché, in questo modo, metto in risalto il mio DNA brasiliano.
Mi sento italiano, è vero. L’ho giurato davanti agli articoli della costituzione, pensando ai miei trisavoli veneti, partiti per il Sudamerica chissà quanti anni fa. Secoli vecchi, ingialliti in qualche fotografia che i miei parenti italiani hanno conservato. E magari conserveranno, un giorno, pure le foto che mi ritraggono in mezzo al campo. Magari con la maglia del Verona, o quella del Sassuolo. Ragazzino imberbe che sognava di giocare in serie A. Magari in un grande club, magari in una squadra in cui un sudamericano mezzo italiano si sentisse a proprio agio.
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