Le macchie ci sono state, i dubbi e le critiche anche, ma alla fine, come avrebbe detto Totò, è la somma che fa il totale. La Juventus si è laureata ieri pomeriggio campione d’Italia con tre giornate d’anticipo rispetto alla fine del campionato, dopo che sembrava averlo cominciato in pesante ritardo rispetto alle principali concorrenti. La prima parte della stagione bianconera è stata piuttosto difficile e tortuosa a causa della mancanza di risultati. Lo spogliatoio dopo Sassuolo si è riunito ed ha deciso che la maglia bisognava sudarla per davvero. Testa e cuore. Al Napoli sembra esserci stato un blackout proprio da quelle parti.
Gli azzurri sono stati un cavallo di razza per tutto il corso del campionato ma eccessive sono state le soste, che hanno portato, a poche giornate dalla resa dei conti, la Roma ad avere la chance di insidiare la squadra per il secondo posto. Eccola qui, allora, la differenza tra la Vecchia Signora ed il gruppo guidato da Maurizio Sarri: ci vuole personalità, ci vuole cattiveria agonistica, ci vuole capacità di reggere alle pressioni. Vincesse il bel calcio, saremmo primi dovunque, ma a volte l’eleganza non basta. Ci vuole mestiere…
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