Dal 31 maggio del 2015 non è passato neanche un anno, eppure di cose ne sono cambiate. No, non soltanto l’ultima cifra dell’anno che viviamo, ma anche la stagione calcistica, i colori delle maglie, gli interpreti di una squadra e il sorriso di Gonzalo Higuain. Soprattutto il sorriso di Gonzalo Higuain.
Il Pipita la sera di quel 31 maggio non la dimenticherà mai: il Napoli chiude il suo campionato al San Paolo, di fronte c’è la Lazio da battere. Vincere per gli azzurri significherebbe terzo posto agganciato e quindi preliminare Champions da giocare, ancora una volta per il secondo anno consecutivo; una bella rivincita dopo che, qualche mese prima, l’Athletic Bilbao aveva sbattuto fuori i napoletani sempre al preliminare in una notte basca tutta da dimenticare.
Al San Paolo l’aria non è delle migliori: si respira smobilitazione, la stagione è stata un otto volante di emozioni, dalle grandi gioie alle depressioni improvvise. Il sogno di tornare a vincere la Coppa UEFA, oggi Europa League, è svanito sul più bello, su un gol irregolare e sull’incapacità degli azzurri di ribaltare in casa del Dnipro il risultato dell’andata. A Varsavia ci vanno gli altri, Benitez, già con la testa al Real Madrid, resterà solo a leccarsi le ferite.
Quella con la Lazio sarà la sua ultima sulla panchina napoletana e vorrebbe lasciare con una vittoria che significherebbe posare il Napoli lì dove l’aveva trovato: in Champions.
Ma una stagione altalenante non poteva che vere un finale altrettanto movimentato. La Lazio va in vantaggio due volte e per il Napoli sembra davvero tutto finito. Poi, la forza del campione, con Higuain che si carica la squadra sulle spalle e porta a casa la doppietta che pareggia il match; è 2-2 e c’è ancora tempo da giocare.
Gli azzurri si guadagnano un rigore, sul dischetto c’è proprio il Pipita; potrebbe essere il finale con Gloria che tutti si aspettano. E invece il tiro dell’argentino finisce in curva, la Lazio ne segna due e sul San Paolo cala il gelo.
Il Napoli ha perso la Champions, poteva finire terzo, si ritroverà quinto, scavalcato anche dalla Fiorentina. Benitez lascia tra i fischi e tutta la squadra sembra aver bisogno di uno psicoterapeuta dopo dieci mesi di lavoro intenso, cominciato col preliminare d’agosto e conclusosi con una clamorosa debacle.
Toccato il fondo, però, non si poteva che risalire. Via Benitez, arriva Sarri, con l’ex tecnico dell’Empoli che trova un gruppo giù di morale ed un Higuain messo ancora peggio che a maggio. Nel frattempo, infatti, un altro suo rigore sbagliato, non aveva concesso all’Argentina di aggiudicarsi la Copa America in estate. Le critiche già arrivategli da Napoli per una forma fisica non proprio smagliante ed una sua involuzione nei momenti topici, fanno il paio con quelle che arrivano anche da casa sua.
L’idea di Gonzalo è lasciare Napoli, ripartire da zero per cancellare tutte le brutture di un 2015 che ha il sapore dell’amara beffa.
A Dimaro, però, l’incontro con Sarri e (diciamolo) le non convincenti offerte arrivate al Napoli per il suo acquisto, gli stravolgono i piani: resta.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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