Il suo esordio in azzurro se l’era forse immaginato diverso, in una di quelle partite rocciose, di metà settimana, contro una di quelle squadre che in campionato dà sempre fastidio. Avrebbe dovuto sostituire Albiol la prossima domenica a Bergamo, ma per Nikola Maksimovic le cose non sono mai facili; arrivato alla corte di Sarri solo l’ultimo giorno di mercato dopo un lunghissimo corteggiamento, il centrale serbo di 25 anni ha addosso la pressione di chi deve confermare tale inseguimento e tale costo. 25 milioni di base per il suo cartellino, che hanno fatto la felicità di Cairo, un po’ meno quella di Aurelio De Laurentiis. Ma Giuntoli ‘ha voluto, Sarri ha avallato e aspettato il suo nuovo centrale, uno più pronto di Tonelli e Chiriches, le altre sue alternative già presenti. Con Koulibaly che a gennaio saluterà a tempo determinato per la Coppa d’Africa, un altro innesto era necessario e la scelta è ricaduta proprio su di lui.
Avrebbe aspettato Bergamo, dunque, convinto che quella del mercoledì, gara di cartello contro il Benfica, l’avrebbe vista solo dalla panchina.
Si è fatto ammaliare dal San Paolo stracolmo, si è goduto l’atmosfera è l’urlo Champions, ha sognato di essere protagonista; poi il sogno è finito ed in campo ha dovuto andarci per necessità.
Minuto 11: Albiol cerca la chiusura su Grimaldo, si allunga come si allunga anche il flessore. Stop. I medici del Napoli lo portano fuori subito, senza indugio, così come senza indugio è la testa di Sarri che si gira a cercare lo sguardo di Maksimovic. Neanche il tempo di riscaldarsi, il Napoli sta già soffrendo e c’è bisogno di lui ad ogni costo. Entra, si appoggia ad Allan al primo pallone toccato, gioca semplice come ogni centrale difensivo dovrebbe sempre fare. Il Napoloi va in vantaggio e lui si rende conto di essere in campo, in mezzo agli altri ed in mezzo ad uno stadio pieno. Il Benfica non attacca più, mura Mitroglu quando serve, poi gli azzurri vanno in scioltezza nella ripresa.
Maledice Jorginho su quel passaggio errato che vale il gol di Guedes, mentre sul definitivo 4-2 non ha colpe. Il suo esordio in Champions è da ricordare, ma la sua missione non è cambiata: Bergamo lo aspetta e lui non può far rimpiangere Albiol neanche per un minuto.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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