Ammettiamolo, fino al 50′ non è che Dries Mertens ci avesse convinto molto, tanto da “invitare” più volte Sarri a sostituirlo il prima possibile con il solito Insigne. Ma poi la punizione, o meglio: l’arcobaleno che scavalca la barriera portoghese e si appoggia candidamente in porta. Inizia, da quel momento, la serata d’oro – l’ennesima di questo prima parte di stagione – dell’ex PSV, che approfitta dell’ora d’aria di Julio Cesar per firmare la quarte rete del match, in scioltezza. Lì a sinistra il Napoli è stato devastante: Nelson Semedo non era un cliente facile, per abilità tecniche e fisiche, ma l’esplosività del belga – coadiuvato da un galoppante Ghoulam – lo ha mandato in crisi.
Una trottola, Mertens. Quando inizia a girare, son dolori. E ieri sera ha dimostrato di saper caricare la manovella anche a partita in corso e non soltanto da subentrato. Di fondamentale importanza è stato anche il lavoro sporco in fase difensiva, contro un Benfica che ha disposizione tanti uomini di qualità sulle fasce. Ed è proprio questo, oltre alle due reti, quello che stupisce. La voglia di fare, lo spirito di sacrificio, il mettersi continuamente a disposizione dei compagni: tutte qualità che lo rendono l’uomo in più del Napoli. Un chiaro segnale anche per Insigne, che ora rischia di perdere il posto fisso per prendere quello part-time lasciato libero da Mertens.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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