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#AMENTEFREDDA – Come ci si rialza ora?

Insigne rigore ©Getty Images

 

Come ci si rialza, ora? È questa la domanda più frequente che per tutta la notte deve aver assillato le idee di Maurizio Sarri. Perché da una serata così non ti rialzi facilmente; cose mai viste, orizzonti mai raggiunti e sicuramente da evitare nel prossimo futuro. Il Napoli non c’è più, o almeno quel Napoli tanto amato dai suoi tifosi ed apprezzato dalla critica nazionale ed internazionale. Quello che c’è ancora è il primo posto nel girone, che recita: Napoli 6, ma Benfica e Besiktas a 4 e 5 punti rispettivamente, ed ora i turchi hanno anche il fattore campo a disposizione con il vantaggio negli scontri diretti. Il secondo episodio del miniciclo orribile, dopo la Roma, finisce ancora peggio: Adriano e Aboubakar sono mazzate tremende per una squadra che rischia di accartocciarsi su se stessa troppo presto dopo gli splendori di qualche settimana fa.

I FENOMENI DIVENTANO BROCCHI

Da fenomeni a brocchi il passo è breve. Il Benfica è arrivato al San Paolo tre settimane fa tornando a casa con 4 gol sul groppone; oggi il Besiktas tornerà in Turchia sorridente. Lo scherzetto degli uomini di Gunes nasce e cresce sotto gli effetti degli errori azzurri: il primo gol di Adriano è la parabola degli errori di posizione, con metà difesa sorpresa da Quaresma e l’altra metà a farsi anticipare dal brasiliano ex Barcellona. Poi la seconda rete turca che fotografa al meglio il momento che il Napoli attraversa: Jorginho serve magistralmente gli avanti avversari che vanno in rete proprio con Aboubakar. Non c’è Talisca, ma il Napoli sbanda lo stesso; le scelte di Sarri – da Maggio e Chiriches a Jorginho in mediana – non sembrano pagare. Integralismo? Di certo c’è che Sarri, per ora, non cambia idea di gioco e preferisce adattare Mertens e Callejon, prime punte ad intermittenza e tra loro interscambiabili, nel ruolo che fu di Higuain, di Milik, di Gabbiadini.
Che fine ha fatto il bomber triste? Parte dalla panchina, poi entra e trasforma il rigore del momentaneo 2-2 e quando si produce in una rovesciata da annali viene fermato solo dall’arbitro e dal fuorigioco; la risposta arrivata da Manolo è una delle poche cose buone da salvare in questo Napoli che fa acqua da ogni parte e che non vede straccio di positività.

ABOUBAKAR COME DZEKO PER SARRI

Perché se davanti i problemi sono numerici o di organizzazione, è dietro che viene fuori tutta la difficoltà azzurra. Il Napoli balla senza Albiol e non ha più una gerarchia: prima Maksimovic, poi Chiriches, ora si aspetta Tonelli all’appello.
“Ma abbiamo giocato bene, i gol loro sono arrivati su errori di sistema”, ripeterà Sarri che c’ha pure ragione. Solo che questi errori si sono moltiplicati nelle ultime settimane e tutti gli avversari sanno sfruttarli. Fu un caso con l’Atalanta, un rimpallo andato storto tra Ghoulam e Koulibaly, ma probabilmente il vento stava cambiando; Dzeko ha punito in campionato, ora Aboubakar lo fa in Champions, è un Napoli che sbanda e che soffre troppo, incapace di gestire il minimo anche quando la gara si avvia sul finale con un pari.
Il 3-2 turco arriva a pochi minuti dalla fine, quando ormai gli azzurri sentivano il pari in tasca. Una brutta sensazione visto che ora bisognerà ripartire da zero. Dopo Bergamo e Roma, il terzo stop di fila brucia negli occhi e nelle orecchie del gruppo. Perché Crotone non è così lontana e il Napoli non ha molto tempo per sapersi ritrovare.

 

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

 

 

Gennaro Arpaia

Iscritto alla facolta di Giurisprudenza della Federico II Napoli. Giornalista pubblicista iscritto all'albo da giugno 2013.

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