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I pensieri di Pepe Reina, quando un tweet non basta più

Pepe Reina © Getty Images

Questa volta non c’è stato un tweet. Nessun appello, niente giustificazioni, nessuna parola per spronare l’ambiente. Il profilo social di Pepe Reina è stranamente fermo al 27 ottobre. Quella la data del suo ultimo messaggio ai tifosi. Dopo la sfida contro la Lazio e l’ennesimo errore stagionale, il portiere spagnolo ha preferito un silenzio tutto sommato assordante. Questa volta non c’è spazio per le scuse, per gli appelli all’unità e gli abbracci simbolici alla tifoseria. Questa volta è meglio far passare la tempesta e magari rispondere sul campo per ripristinare il sereno.

Stagione altalenante

Ritrovare la serenità perduta. Questa la nuova missione di Pepe. Dimenticare l’appariscente leadership e dare sostanza al proprio ruolo con concretezza ed efficacia, senza tanti voli pindarici. L’estremo difensore spagnolo ha bisogno di tranquillità, magari sfruttando anche la sosta per le Nazionali. La sua Spagna potrà dargli il giusto conforto, condizione necessaria per ricaricare le batterie e rispondere alle critiche. Perché sì, questa volta anche lui è salito sul banco degli imputati. Quel tiro non irresistibile di Keita non è stato un errore estemporaneo, ma l’ennesimo di una stagione finora altalenante. Verdi aveva lanciato l’allarme con la sua sassata centrale, ma già prima qualche dubbio si era insinuato quando Pepe aveva riaperto con suo errore il match contro il Milan. D’improvviso il riscatto contro il Genoa e poi di nuovo l’errore. In pratica una corsa ad ostacoli. Prima l’incredibile sconfitta con il Besiktas con altri tre gol incassati a quattro giorni da quelli subiti contro la Roma, poi il mancato intervento su Keita.

Un posto vacillante

Ogni errore porta critiche. Non per Reina che fino a sabato scorso godeva di un’immunità particolare. Idolo della tifoseria, acclamato e rispettato da tutti, è sempre stato capace di allontanare i giudizi negativi con un sorriso o una frase ad effetto. Questa volta no. Anzi. Perché non puntare su Sepe? E Rafael? E anche le classiche voci di mercato per il tipico gusto dell’ambiente di auto sabotarsi. Quindi Pepe non è più intoccabile. Il momento più difficile a Napoli è arrivato. Ora bisogna cancellare con un colpo di spugna i primi mesi stagionali e ritornare ad essere decisivo e fondamentale anche e soprattutto sul campo. Il portiere spagnolo ha l’esperienza e le capacità per farlo. Magari partendo da qualche tweet in meno e qualche parata in più.

di Claudio Cafarelli 

Claudio Cafarelli

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