Continuano ad addensarsi nubi sul passato di Ezequiel Lavezzi. L’attaccante argentino ha ormai lasciato Napoli da una vita, eppure c’è chi ancora indaga sul suo periodo napoletano, sulle sue amicizie pericolose, sul suo rapporto con il boss Antonio Lo Russo, reggente del clan dei ‘capitoni’. Lo riporta ‘Il Fatto Quotidiano’, che racconta come Lo Russo fosse uno dei pochi ammessi nella villa posillipina del giocatore, dove i due giocavano alla Playstation, e i due addirittura avevano un cellulare dedicato per chiacchierare. E’ quanto emerge dalle confessioni del boss, collaboratore di giustizia dallo scorso 6 novembre, raccontando della sua fuga avvenuta a maggio 2010, quando i carabinieri lo cercavano per l’arresto: “Chiamai il mio collaboratore Ciccio, anche lui amico del Pocho. Gli dissi di avvisarlo e di buttare il ‘nostro’ telefono, non volevo che si trovasse nei guai. A casa mia c’era il telefono che usavo per parlare con lui, non volevo che lo ritrovassero e lo collegasero a me”.
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