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NAPOLI IN LIBRERIA – E pensare che c’entravamo tutti

E pensare che c’entravamo tutti di Giancarlo Marino

Un calcio di rigore. Magari la critica storcerà il naso di fronte a quest’accostamento, eppure, parlando di letteratura sulle pagine di un portale dedicato al calcio, l’accostamento tra il racconto e il penalty regge perfettamente. Ed è da considerare un ottimo finalizzatore Giancarlo Marino, giovane autore di “E pensare che c’entravamo tutti” recentemente pubblicato dall’editore Homo Scrivens, per la collana Direzioni immaginarie. Reduce dalla positiva esperienza di “Ragazzi straordinari”, il suo romanzo d’esordio, il trentenne narratore napoletano si è riproposto con una raccolta di racconti che regala ai lettori storie fantastiche provenienti da un universo letterario vastissimo.

E pensare che c’entravamo tutti, storie fantastiche da universi letterari variegati

Tra i racconti che desideriamo segnalare: “Delitto in platea”. Un gruppo di musicisti, un celebre teatro, un assassino, o più d’uno, che agisce nell’ombra. Un gioco d’incastri o forse uno schema da seguire alla lettera per raggiungere il risultato: conquistare i lettori. “Sostiene Giancarlo” è più di un omaggio al celebre romanzo di Tabucchi. Una riscrittura che sfocia nell’esercizio di stile e che la dice lunga sulla maturità stilistica di un autore che fa del linguaggio il suo asso nella manica. Quel che avviene ne “L’ultimo giorno di Alain Allard”, un racconto in cui fortissimi sono i richiami ai classici dell’ottocento. Decisamente più contemporaneo e al passo coi tempi “Homer Simpson: scomparso!”. Voce narrante è un irritato Kent Brockman, celebre mezzobusto del giornalismo springfieldiano, che racconta dell’improvvisa sparizione del celebre personaggio dei cartoni animati. Restando in tema di personaggi celebri, Babbo Natale riceve una lettera nella quale gli viene chiesto di mollare il proprio lavoro e godersi la vita. Potrebbero fare altrettanto i protagonisti di “Black Party”, invece questa generazione sociale network sembra assistere in modo passivo allo scorrere del tempo e della propria esistenza. Sugli scudi pure il racconto “Il paese dei bugiardi”, un posto in cui i peccatori accendono un cero a san Frottolo raccontando al santo una menzogna. Un volume, questo, destinato a soddisfare anche i palati letterari più esigenti e che offrirà più di uno spunto all’autore per un futuro lavoro editoriale.

a cura di Paquito Catanzaro (Twitter: @Pizzaballa81)

Emanuele Catone

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Emanuele Catone

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