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Curiosità

Solomon Nyantakyi ha confessato: duplice omicidio per l’ex talento del Parma

Solomon Nyantakyi © Getty Images

Un episodio ha lasciato sotto shock tutto il mondo del calcio italiano. Una giovane promessa della Serie A, Solomon Nyantakyi, è stato fermato a Milano con l’accusa di aver ucciso a coltellate la madre e la sorellina. Il 21enne ghanese, con un passato nelle fila del Parma e con alcune convocazioni in panchina da parte dell’allora tecnico dei ducali Donadoni, ha confessato il duplice omicidio. Di lui hanno parlato dopo questo suo tragico gesto i fratelli Lucarelli e proprio l’ex allenatore degli emiliani.

Salomon, le dichiarazioni di Cristiano, Alessandro Lucarelli e Roberto Donadoni

Questo il commento di Cristiano Lucarelli, suo allenatore nelle giovanili del club emiliano: “Taciturno e solitario, soffriva di depressione. Sono senza parole: Solomon era un ragazzo pacifico e molto taciturno, non avrebbe mai fatto male a una mosca. Ma ha sofferto di depressione. In un anno, lo sentii parlare due volte. Sapevo dei suoi problemi, e l’ho chiamato in Lega Pro al Cuoiopelli un anno fa. Ma dopo quindici giorni di ritiro è voluto andare via, gli mancava la famiglia. Dal suo comportamento introverso nelle giovanili del Parma si vedeva che aveva dei problemi, però mai, mai, mai l’ho visto alzare la voce, litigare con qualcuno, avere una reazione scomposta. Era ipereducato”.

Ha voluto parlare di Solomon anche il fratello Alessandro Lucarelli, capitano del Parma anche negli anni in cui il giovane ghanese si aggregò alla prima squadra in A. “Anche io avevo sentito parlare della sua depressione. Era molto tranquillo, un po’ chiuso, non legava con nessuno in particolare: qualcosa di singolare tra i suoi coetanei, specie i ragazzi africani molto estroversi. E ora questa cosa incredibile”.

“Ricordo Solomon, si allenava con noi del Parma e lo portai in prima squadra, in panchina, più di una volta”, ha spiegato, invece, Roberto Donadoni, ora tecnico del Bologna: “Non è facile inquadrare il carattere di un giovane calciatore in una squadra di A, ma ricordo che era un ragazzo tranquillo, anzi direi taciturno. E se davvero è stato lui, è difficile capire cosa possa essere passato per la sua testa: come si può arrivare a un gesto simile, cosa ti passa per la testa”.

Lorenzo Pierini

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