Se sei il capitano di una squadra che raggiunge la salvezza nonostante gli undici punti di penalizzazione, vuol dire che qualcosa in più degli altri ce l’hai. Era la stagione 2006-2007 e in quell’anno la Reggina – la sua squadra – allenata da Walter Mazzarri (lo stesso che poi lo volle a Napoli) era considerata spacciata: troppo debole tecnicamente per sopperire al peso schiacciante dei punti di penalizzazione. Contro ogni pronostico però quella squadra sovvertì un risultato che sembrava scontato (ma non lo era affatto) e si salvò. La storia di quell’anno della Reggina è un po’ anche la storia di Salvatore Aronica, spesso sottovalutato, ma poi capace di ritrovarsi ogni domenica in campo da titolare, vuoi che sia con la maglia del Crotone, vuoi quella della Reggina e – soprattutto – quella più ‘pesante’ del Napoli.
Aronica venne acquistato dal club partenopeo durante l’ultimo giorno di calciomercato Napoli dell’estate del 2008. Difensore mancino, all’occorrenza anche terzino sinistro, grande fisicità e carisma sopperivano ad una tecnica non proprio eccelsa. Il Napoli lo prelevò dalla Reggina per 2,7 milioni di euro per completare il pacchetto arretrato. Arrivato senza troppe pretese né proclami, questo difensore palermitano – scuola Juventus – nei suoi cinque anni in maglia azzurra si è ritagliato pian piano un posto da assoluto protagonista nel frame di una storia che parla della rinascita di una squadra qual’è il Napoli. 25 presenze il primo anno, 28 il secondo, fino ad arrivare alla stagione 2011-12 con ben 43 partite giocate tra campionato Coppa Italia e Champions League. Tutte, o quasi, da titolare. Essí, perché Salvatore Aronica, di miracoli calcistici non ne fece solo a Reggio Calabria (città di cui è cittadino onorario), ma anche e soprattutto a Napoli: impossibile dimenticare le marcature asfissianti a San Siro contro Ibrahimovic, così come è indelebile nella mente dei tifosi l’intervento miracoloso in scivolata su Drogba al San Paolo che risultò essere la giocata difensiva più bella della Champions League di quell’anno. In tutto Aronica collezionerà 141 presenze in maglia azzurra con una Coppa Italia in bacheca ed una Champions League giocata da assoluto protagonista. Totò Aronica: cuore, grinta e determinazione nessuna giocata di fino, ma tanta sostanza e un apporto costante alla squadra.
a cura di Roberto Rossi (Twitter: @RobSnowflower)
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