Una sconfitta riporta il Napoli sulla terra. Nella prima mezz’ora di partita il Manchester City è un’autentica macchina schiacciasassi: soltanto due gol nei primi dodici minuti per gli uomini di Guardiola, ma che sarebbero potuti essere molti di più. Gli azzurri entrano in campo timorosi, ma la qualità e la forza di De Bruyne e compagni mandano in bambola la retroguardia partenopea, incapace di prevedere le varie offensive del City. Nella ripresa il Napoli cambia, a poco a poco, veste e diventa più imprevedibile con Diawara, classe 1997, che si presenta dagli undici metri davanti ad Ederson dopo il rigore sbagliato nella prima frazione di gioco da Mertens. Un segnale decisivo che dà più coraggio alla squadra di Sarri.
Un visionario, un rivoluzionario, un allenatore capace di mettere in discussione costantemente le sue idee calcistiche per svilupparne di nuove. I movimenti dei giocatori del Manchester City sono asimmetrici e anche il Napoli nella notte dell’Etihad sembra essere lentissimo di fronte ai cambi di posizioni dei vari reparti di Pep Guardiola. Delph, per esempio, che da centrocampista centrale passa in difesa in fase di possesso con repentini scambi di ruoli. Le catene, tipiche del gioco del calcio, con il maestro spagnolo si creano e si spezzano in un secondo mandando così in totale confusione qualsiasi avversario. Una sfida aperta, ricca di spunti e con un Pep Guardiola che ha confermato ancora una volta di non avere rivali in panchina in questo preciso momento storico. Il primo novembre ci sarà la sfida di ritorno al San Paolo: ancora novanta minuti entusiasmanti per chi ama il bel gioco.
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