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PAPALE PAPALE – I keyboard lions e il “razzismo” nei confronti di Simone Verdi

 

Ho un tragico sospetto. Temo che chi in queste ore sta insultando Verdi per essersi permesso di rifiutare il Napoli sia a occhio e croce lo stesso keyboard lion che quando un azzurro flirta con una big europea snocciola il SS. Rosario di nostro Signore. Ma come, il Barcellona corteggia Insigne e Lorenzo ancora non ha diramato un comunicato in cui gli cresima la mamma? Ma come, una squadra purchessia sta offrendo il quadruplo dell’ingaggio a Sarri e lui davvero è tentato di lasciare Napoli per una cosa di soldi? Proprio lui che è comunista? Ma che schifo, è un calcio senza valori, ippresidentepappone e via amabilmente discorrendo.

Verdi rifiuta il Napoli: una scelta da “meridionale”

Si è sempre meridionali di qualcun altro, diceva Luciano De Crescenzo. Ovviamente nella geografia del calcio Bologna si piazza decisamente più giù di Napoli, che una volta tanto diventa conquistatrice anziché conquistata. E che succede? Che proprio come nell’opera del filosofo (e come nella vita di tutti i giorni) la prospettiva si ribalta e il “meridionale” napoletano diventa più settentrionale di tutti gli altri. Succede che chi ogni giorno è vittima di un razzismo pernicioso e strisciante diventa a sua volta “razzista” – passatemi il termine – con una squadra più piccola e un calciatore di provincia. Succede che quando Hamsik rifiuta la Juve, il Milan e l’estero è un grande e quando Verdi “sceglie il Bologna” non lo è. Anzi. Succede che un ragazzo di 25 anni vuole prendersi qualche giorno in più per decidere se fare o meno una scelta di vita importante e subito diventa un imbecille, miope e senza attributi. No, non è legittimo neppure che voglia chiudere una stagione da protagonista per provare a strappare il contratto della vita all’estero, in Cina o dove diavolo gli pare. Non è lecito che si trovi bene a Bologna, che stia mettendo su famiglia e perfino – ma perché no? – che voglia fare il fenomeno in una piazza che lo tratta come Maradona, fosse anche solo per altri 6 mesi. No, Napoli chiama e il “ragazzino” Verdi deve rispondere, deve scattare sull’attenti, perché Napoli è Napoli e come si fa a rifiutare Napoli, anche se sei di Pavia e verresti a fare la riserva. Riserva “giocante”, di sicuro più di Giaccherini, ma comunque riserva, con ben poche possibilità di cambiare il tuo destino. Già, perché sfido chiunque di voi (compreso il sottoscritto) a puntare su Verdi se domani (non voglia mai Iddio) dovesse andarsene Callejon. Evidentemente tutto questo Simone Verdi lo sa bene e (anche per questo) ha deciso di declinare. Dice: non ha le palle per giocarsi la sua chance. Magari è pure vero, ma saranno ca…ppelletti suoi?

Simone Verdi e il rifiuto al Napoli: deve essere per forza colpa di qualcuno?

È vero, Simone Verdi con le sue paturnie esistenziali ha fatto perdere parecchio tempo al calciomercato Napoli, ché già il tempo è quello che è. Ma se il Napoli è stato furbo ha saputo sicuramente crearsi un’alternativa, che a questo punto sarà azzurra entro la fine di gennaio. O così o c’è un tremendo errore organizzativo, di cui qualcuno dovrà assumersi la responsabilità. Ma questo non significa un bel nulla. Se analizziamo la vicenda in sé, senza impulsività e senza preconcetti, non solo troviamo tanti precedenti in qualsiasi altra piazza al mondo (basterebbe scavare il “No” di Giggirriva alla Juve oppure proprio il rifiuto di Marek Hamsik a chiunque) ma capiamo anche che non c’è nulla di così strano. Un club fa un’offerta per il calciatore, il calciatore rifiuta e il club ne cerca altri. Davvero c’è bisogno di farla così lunga? La società pidocchiosa, il calciatore ingrato (?), l’allenatore testardo e il dirigente incompetente. Davvero se una trattativa non va in porto, quali che siano i motivi, deve essere sempre colpa di qualcuno o deve esserci qualche massimo sistema che non va?

Verdi, il Napoli e i leoni da tastiera: ma perché insultarlo?

In conclusione. Naturalmente, in linea con questo Napoli-centrismo immotivato (specialmente se la “vera” Napoli fossero loro), in queste ore i famosi leoni da tastiera stanno “ringraziando” Simone Verdi sui suoi profili social per questo inaccettabile rifiuto. “Ma chi credi di essere?”. Mah, magari è semplicemente una persona riflessiva che alla fine ha preso una decisione. Di carriera o di cuore che sia, non sono affari nostri. E non capirlo, ripeto, oltre che da ottusi e da “settentrionali” è anche un po’ razzista. Passatemi il termine.

di Antonio Papa (Facebook @ntoniopa)

 

Antonio Papa

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