Il gioco del calcio può essere espresso in tanti modi: l’ex allenatore del Napoli, ora in finale di EL con il Chelsea, ha riferito il suo pensiero tra passato e presente
In finale di Europa League con il Chelsea. Maurizio Sarri è il primo allenatore italiano, dopo Malesani alla guida del Parma, a centrare l’obiettivo dell’ultima gara in una competizione europea. L’addio al Napoli aveva scatenato tanti malumori nelle fazioni dei sostenitori partenopei, legatissimi al “Comandante”, soprattutto dopo l’ultima stagione entusiasmante ad un passo dalla conquista dello Scudetto. Lo stesso Sarri ha ribadito la sua tipologia di gioco ai microfoni di Sky Sport nel post-partita della semifinale vinta soltanto ai rigori contro l’Eintracht Francoforte: “Qui non ho potuto fin qui lavorare sulla linea difensiva quanto avrei voluto, anche nel gol preso stasera si è visto: con il lavoro era evitabile”. A Napoli era stato criticato aspramente proprio per questa sua ossessione al lavoro sul campo, soprattutto per quanto riguarda la fase difensiva. Ma ancora una volta il toscano ha avuto ragione centrando un prestigioso obiettivo stagionale.
La qualità di un allenatore, inoltre, è quella di comprendere le strategie per dirigere un gruppo di giocatori. E, molto, dipende dalle caratteristiche individuali di ogni singola pedina, in grado di collaborare insieme per novanta minuti. Lo stesso Maurizio Sarri ha spiegato con cura le differenze con la sua gestione a Napoli: “Ci sono tanti giocatori fortissimi a livello individuale, ma sono portatori di palla e ci vuole tempo per innescare la mentalità offensiva di trasmetterla veloce. Non si possono replicare situazioni passate, mi diventa difficile e forse poco produttivo visto alcuni giocatori. Questo Chelsea ha più giocatori da colpo individuale rispetto a quelli di sistema che avevo a Napoli“. La bravura di un manager, infine, è quella di gestire al meglio tutte le potenzialità a disposizione senza limitarne per dare il suo apporto maggiore. Sarri è riuscito anche in questo. Al di là delle critiche.
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