Ultras della Juventus arrestati durante l’operazione Last Banner, blitz contro dodici capi ultras “bianconeri” in diverse città italiane.
Da ieri sono in atto in decine di città italiane, blitz coordinati dalla Digos e dal GIP di Torino, consistenti in azioni di controllo e perquisizione e arresto nei confronti di diversi gruppi di ultras della Juventus.
Le città interessate al momento sono: Alessandria, Biella, Asti, Savona, Genova, La Spezia, Monza, Como, Bergamo, Firenze, L’Aquila.
Nell’ambito dell’inchiesta anticipata da quel famoso servizio di Report che fece grande scalpore, nel mirino delle autorità sono rientrati diversi gruppi tra cui i Drughi, Tradizione degli antichi Valori, Vikings, Nucleo 1985.
Le accuse rivolte ai supporters “bianconeri” sono di vario titolo, associazione a delinquere, riciclaggio, estorsione aggravata, violenza privata.
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I leader della Curva della Juventus arrestati avrebbero messo in piedi “un’organizzazione” parallela per ristabilire alcuni privilegi persi, dopo che la società decise di sospenderli nella stagione 2017/2018.
Da circa un anno le autorità si sono mosse nella direzione di comprendere dove affondassero le radici di questa società ombra e quali legami avessero con la criminalità organizzata. Decisiva nella positiva definizione di questa indagine è stata la fattiva collaborazione della Juve, che attraverso il suo presidente Andrea Agnelli ha dato una grossa mano agli inquirenti nell’identificare i criminali e nel definire nel dettaglio i profili dei leader più pericolosi.
Nel commentare la notizia, il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha spiegato come la società abbia collaborato nell’assicurare alla giustizia questi pericolosi criminali: “Siamo stati costretti ad assecondare le richieste degli ultrà, consapevoli delle possibili conseguenze negative come cori razzisti ed altre condotte idonee a comportare sanzioni pecuniarie, squalifiche o la chiusura della curva”. In merito alla questione relativa alla distribuzione dei biglietti a prezzi agevolati, portata avanti da Luca Pairetto, Agnelli ha spiegato che serviva a “garantire un certo flusso dei tifosi allo stadio” e per “controllarli proprio per la loro capacità di creare problemi per l’ordine pubblico”.
Chiara Burriello
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