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Amarcord – Reina al Napoli: la storia di un napoletano nato in Spagna

Il primo rigore parato a Balotelli, la stagione in Baviera, la prodezza contro la Roma fino alla rottura con De Laurentiis: la storia di Reina al Napoli.

“Un napoletano nato in Spagna”. Non c’è definizione migliore per iniziare a raccontare la storia di Pepe Reina in maglia azzurra. Il portiere iberico infatti è uno dei giocatori stranieri che meglio si è calato nella realtà partenopea diventando di fatto un figlio adottivo di Napoli.  Ecco perché, due anni dopo il traumatico addio, Reina resta ancora amatissimo sotto il Vesuvio. Sentimento peraltro ampiamente ricambiato.

La storia di Reina: l’arrivo, la partenza, il ritorno

Reina para il rigore a Balotelli (Getty Images)

Reina sbarca a Napoli alla fine di luglio 2013 quando la società cerca il degno sostituto di un altro totem della storia recente come Morgan De Sanctis e Rafa Benitez, suo allenatore a Liverpool, pensa proprio a Pepe. Lo spagnolo ci mette pochissimo a prendersi la porta azzurra dimostrando soprattutto tutta l’abilità con i piedi che lo renderà un punto fermo negli anni del Sarrismo. La foto della prima stagione di Reina sul Golfo è sicuramente il rigore parato a Mario Balotelli, fin lì infallibile dal dischetto: 21 su 21 realizzati. Prima di incrociare Pepe che però, dopo aver sollevato al cielo la Coppa Italia nella triste notte dell’Olimpico contro la Fiorentina, non viene riscattato e rientra al Liverpool. I Reds lo cederanno al Bayern Monaco dove Reina è soltanto il vice-Neuer e sente forte la nostalgia della ‘sua’ Napoli, tanto che a fine stagione rinuncia a parecchi soldi per tornare a vestirsi d’azzurro.

Il Sarrismo e l’addio a Napoli: un traumatico divorzio

Reina-Sarri, feeling speciale (Getty Images)

Nel frattempo sulla panchina del Napoli non c’è più il suo connazionale e mentore Benitez ma Maurizio Sarri col quale, se possibile, in tre anni si instaurerà un rapporto ancora più forte. Reina diventa il leader dello spogliatoio e un perno della squadra che farà innamorare un’intera città e sfiorerà lo Scudetto sfumato nel pomeriggio di Firenze. Nelle tre stagioni dell’era Sarri, Reina metterà la sua firma su alcune importantissime vittorie: nella memoria collettiva resta la super parata sfoderata all’Olimpico contro la Roma su un tiro deviato di Perotti, prima di mano e poi col piede a mandare il pallone in corner.

Negli anni però il rapporto col presidente De Laurentiis si va deteriorando fino all’inevitabile addio dell’estate 2018 quando, dopo aver respinto le ricche sirene del PSG, Reina lascia Napoli e si accasa a Milano sponda rossonera ma in un’intervista ammetterà: “Sicuramente questa è una città più organizzata, più tranquilla, con meno caos. Però, anche nel caos di Napoli io mi sentivo più a mio agio. Sicuramente è più facile adattarsi a Milano, perché è più cosmopolita e tranquilla in generale, ma qualcosina di Napoli ti viene a mancare. Io mi trovavo veramente bene là”. Un napoletano nato in Spagna, appunto.

Lelio Donato

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