Il debutto a 17 anni, la cessione, il ritorno, la promozione, la Coppa Italia da capitano fino all’addio: la storia di Paolo Cannavaro al Napoli.
“Dispiace sia finita così. Per il Napoli sarei voluto essere quello che Totti è stato per la Roma: la bandiera”. Le parole di Paolo Cannavaro dopo il trasferimento forzato al Sassuolo nel gennaio 2014 dicono tanto, se non tutto, del legame speciale che lo ha sempre legato alla sua Napoli. Città dove il difensore è nato e dove ha mosso i primi passi dietro al pallone insieme al fratello Fabio.
Crescere all’ombra del capitano di Germania 2006 non è stato facile per Paolo, che però è riuscito comunque a recitare la sua parte nel calcio che conta e soprattutto a ritagliarsi uno spazio importante nel cuore dei napoletani. Il 6 giugno 1999, a soli 17 anni, Paolo Cannavaro debutta in Serie B contro il Verona. Ma al termine della stagione, a causa delle difficoltà economiche del club, viene ceduto al Parma dove raggiunge il fratello Fabio. In gialloblù Paolo assaggia la Serie A e debutta pure in Coppa UEFA ma dopo un paio di anni viene girato proprio al Verona, squadra evidentemente nel suo destino e con cui segnerà la prima rete in Serie A. Nel 2002 torna a Parma e ci resterà altri quattro anni finché non arriverà finalmente la chiamata più attesa.
Nella stagione 2007/08 arriva finalmente il debutto in Serie A col Napoli, di cui è ormai un titolarissimo come testimoniano le 34 presenze collezionate a fine campionato. Tanto che l’anno dopo diventerà il capitano della squadra con cui intanto esordisce anche in Europa. Nel 2009/10 l’unico sorriso in una stagione disgraziata per il Napoli è il primo gol in campionato contro il Catania al ‘San Paolo’. Intanto sulla panchina azzurra è arrivato Walter Mazzarri col quale Paolo Cannavaro nel 2011/12 debutta in Champions League ed alza al cielo dell’Olimpico la Coppa Italia da capitano, secondo napoletano nella storia a riuscirci dopo Antonio Juliano nel 1976. Dopo essere entrato nella top 10 dei giocatori con più presenze nella storia del Napoli, Paolo Cannavaro finisce improvvisamente ai margini con l’avvento di Rafa Benitez ed il passaggio alla difesa a quattro tanto che a gennaio del 2014 accetta di trasferirsi al Sassuolo. La sua lunga avventura in azzurro si conclude così con 278 presenze, 9 gol e una Coppa Italia. Non abbastanza, forse, per essere il Totti del Napoli ma un bottino sufficiente per scrivere il suo nome nella storia del club e restare nel cuore di una città intera.
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