Il destino vorrà che tre minuti dopo proprio il nuovo entrato venga servito sul dischetto ma, invece di calciare verso la porta, preferisce servire l’altro spagnolo Callejon decisamente più defilato e meglio marcato. Il resto è storia: al ritorno l’Athletic travolge il Napoli 3-1 e vola alla fase a gironi di Champions mentre gli azzurri retrocedono in Europa League. Michu farà in tempo a collezionare altre 5 presenze tra coppa e campionato prima che la periostite lo metta ko fino al termine della stagione quando il Napoli, ovviamente, decide di non riscattarlo.
Michu a quel punto rescinde con lo Swansea e tenta di rilanciarsi in patria ripartendo addirittura dalla quarta divisione col Langreo, squadra allenata dal fratello. A dargli una nuova occasione nel 2016/17 è il Real Oviedo: 28 presenze e 3 gol tra campionato (Serie B spagnola) e Copa del Rey finché un nuovo problema fisico, stavolta alla caviglia, consiglia a Michu di appendere gli scarpini al chiodo a soli 31 anni.
Il calcio però resta la passione di Michu che nel 2019 intraprende la carriera da dirigente come direttore sportivo del Burgos CF, club di terza divisione spagnola. Una curiosità? Nonostante i tanti infortuni e il ritiro prematuro, proprio Michu è l’idolo di quello che viene ritenuto da molti l’attaccante del futuro: Erling Haaland.