Il mito del giornalismo italiano, recentemente scomparso all’età di 84 anni, raccontava così la città di Napoli ai tempi di Diego Armando Maradona.
Ci sono persone che lasciano il segno, con il loro lavoro e la loro passione, altre invece diventano leggenda perché riescono a raccontare il mondo con una sapienza e una maestria talmente rare da risultare eccezionali.
Una di queste persone ci ha recentemente lasciato dopo una breve malattia cardiaca, stiamo parlando di Gianni Minà, di sicuro uno dei giornalisti italiani più importanti del secolo scorso nonché volto genuino di quella televisione che oggi viene definita amarcord. Minà riusciva con la sola forza del linguaggio autentico a saper colpire anche quelle persone più refrattarie a recepire determinati argomenti. Il suo talento era intrattenere ma anche saper informare con quell’equilibrio sano che oggi sicuramente manca. Minà, nato nel 1938 a Torino, amava tuttavia la città di Napoli come poche altre cose al mondo e negli anni 80′ amare una città come quella partenopea significava anche osannare Diego Armando Maradona: il campione che scelse Napoli per tornare in carreggiata dopo gli anni bui di Barcellona.
Se oggi conosciamo meglio Diego e le sue avventure, brutte o belle che siano, lo dobbiamo sicuramente al talento di Minà e alla sua capacità di comprenderlo anche nei momenti meno straordinari della sua carriera e della sua vita. E così, a poche ore di distanza dalla scomparsa del giornalista, tornano in mente una serie di interviste che fece al numero dieci argentino mentre giocava, o meglio intratteneva con il suo genio, Napoli e l’Italia intera.
In una in particolare, registrata nei pressi dello stabilimento siderurgico di Bagnoli, Diego raccontò la sua Napoli, descrivendola come “estrema”, nel senso che era in grado di osannare ma anche di criticare, e molto simile alla “sua” Buenos Aires. In più l’argentino era felice di rendere orgogliosi i napoletani che, in quegli anni particolari, non erano visti di buon occhio dal resto del Paese.
Dalle parole di quell’intervista del 1988, quindi a due anni di distanza dal primo storico Scudetto azzurro, si capisce dunque l’amore che Diego che aveva per la città di Napoli e Minà sapeva benissimo quando e come interrompere quel fiume di parole che il calciatore gli regalava.
Quella di Bagnoli non fu ovviamente l’unica intervista che Minà fece all’argentino (ne seguiranno altre anche abbastanza famose come quella realizzata durante i Mondiali di Usa ’94), ma non c’è dubbio che rimane una delle più belle interviste mai fatte.
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