“Io non ho fatto niente, io non c’entro. Mamma, tu mi credi? Voglio la maglia del Napoli…”
È questa la frase che Ciro Esposito, il giovane napoletano che ha combattuto con la morte a causa di una partita di calcio, ripete più volte a chi gli sta intorno.
Alla madre, in primis, la persona che ovviamente gli sta accanto dall’ormai lontano 3 maggio, data di quella sfortunata serata che ha rischiato di costare la vita al giovane Ciro.
“Perché mi vogliono arrestare? Guardate come mi hanno ridotto..”
“Le sue giornate ora sono piene di incubi. E quando affiorano, lui cerca di difendersi. Ogni tanto sembra vivere stati di allucinazione, i medici hanno detto che è normale. Come se vedesse nemici dappertutto. Forse è per questo che dice tante parolacce, anche a noi”, il racconto della madre.
Ancora più tese le parole del papà:
E poi l’appello, disperato e all’unisono: “Non dimenticatevi di Ciro e aiutateci a ricercare la verità.”
Una brutta storia che non sembra avere fine.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
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