Dall’Inter all’Inter, quanto cambiano le cose in un anno? Tanto; perché se un anno fa giocavi per guadagnare il primo posto, stanotte il Napoli dovrà cercare di togliere dalla casella accanto al nome quel 7 che non gli sta bene addosso.
È vero, la classifica di questa Serie A è cortissima: il primo posto dista 8 punti, ma dalla Roma seconda ne mancano solo 4, non una cifra importante se pensiamo a quante volte il Napoli abbia buttato via partite e risultati importanti. E tra giallorossi e azzurri c’è traffico: il Milan a pari punti con la squadra di Spalletti, la Lazio, l’Atalanta delle sorprese che andrà a giocare in casa della Juve questo weekend e poi il sempre coriaceo Torino, che con Mihajlovic è ripartito da dove Ventura aveva lasciato.
Vincere con i nerazzurri servirebbe anche a questo, a superare come in una curva strettissima, tante squadre, per poi sedersi a tavolino e vedere che succede. Il Gran Premio di questa Serie A non ti concede tante occasioni, ma i sorpassi sono strategici e da portare a casa solo in punti specifici della stagione.
Nella testa dei ragazzi di Sarri ci dovrà essere solo il campionato, allontanando dai pensieri tutti i codici, i conti, i calcoli che inevitabilmente verranno fuori tra stanotte, al momento del fischio finale, fino a martedi sera.
Due gare che la diranno lunga sul destino del Napoli, dei suoi calciatori, sul futuro prossimo, ma anche quello immediato. Il mercato, ad esempio: quanto si potrà investire questo gennaio lo si capirà alla fine della gara contro il Benfica. Quale sarà il destino di Manolo Gabbiadini anche: il classe 1991 è chiamato alla resa dei conti, in 180 minuti dovrà giocarsi le altre poche carte rimaste per dimostrare agli altri (e a se stesso) che in questo Napoli ci può stare, ci vuole stare.
Vincere, però, non sarà facile. Non solo perché questa Inter di Pioli sembra una squadra già quadrata, con avanti un Icardi in forma strepitosa, ma anche perché – i numeri denunciano – nelle ultime sei uscite interne il San Paolo non ha portato molto bene ai ragazzi di Sarri.
Una sola vittoria a fronte di due sconfitte e tre pari, una serie di risultati inaspettati per chi ha fatto sempre del catino di Fuorigrotta un punto di forza.
Per riaversi sarà necessario anche innovare i dati difensivi che negli ultimi due mesi di campionato spaventano: da quando Albiol si è fermato ai box, infatti, il Napoli non ha saputo sopperire alla sua assenza (13 gol subiti), cosa che invece sembra aver fatto di più in attacco (13 reti).
Lo spagnolo è tornato con la Dinamo Kiev, ma contro il Sassuolo è rimasto a guardare; e quel fendente che ha tagliato in due la difesa arrivando al gol di Defrel deve avergli fatto molto male.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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