Sono stati numerosi gli affondi riservati dal presidente De Laurentiis all’ex tecnico del Napoli Sarri nel corso degli ultimi mesi
Dalle colonne de ‘L’Equipe’ quest’oggi Aurelio De Laurentiis ha fatto partire l’ennesima frecciata a Sarri: “A Sarri abbiamo dato tanto, ma il Napoli in tre stagioni non ha alzato alcun trofeo, a differenza delle precedenti gestioni tecniche”. Non è però la prima invettiva presidenziale nei confronti dell’ex tecnico del Napoli ed attuale allenatore del Chelsea. Sono state molte le bordate che il patron azzurro ha riservato a colui che tanto bene ha fatto negli ultimi anni sulla panchina dei partenopei pur, come afferma, non alzando alcun trofeo. La prima di questa è stata registrata il 29 maggio all’Università Federico II: “Noi abbiamo fatto un campionato bellissimo, l’unico torto è stato uscire dalle coppe. Quelle internazionali per me sono produttive, è quello che raccontiamo a 38 milioni di tifosi del Napoli che non stanno solo in campania ed in Italia, ma in tutto il mondo, non al San Paolo soltanto. Noi giochiamo pure per loro”. Sulla stessa linea le affermazioni del 3 giugno: “I 91 punti sono un record personale, il Napoli può crescere solo col fatturato e quindi andando avanti in Europa”. A cui sono seguite bordate anche sul mercato: “Lui ha scelto solo Maksimovic e non lo ha mai fatto giocare, poi impiegava sempre gli stessi. Non ha sfruttato appieno la rosa a disposizione”. Il 16 giugno poi la denuncia: “Non ci siamo più sentiti, non mi ha mai chiamato. Io dopo la partita con il Crotone lo ho salutato e poi ho aspettato ma né lui, né il suo manager Pellegrini si sono fatti più vivi. Dal Chelsea non ho mai ricevuto telefonate, se dovessero chiamarmi risponderei quel che è meglio per il Napoli”.
Il 26 luglio l’accusa di maleducazione: “Sarri? Poiché sono una persona perbene ho chiesto fino all’ultimo quali fossero le sue intenzioni. Non mi ha dato udienza anche in maniera abbastanza maleducata, io ho subito ripiegato su Ancelotti”. Infine quattro giorni più tardi De Laurentiis ha puntato il dito sul presunto pensiero di soldi e sulla monotematicità di Sarri: “Era entrato nella fase in cui un allenatore pensa a se stesso o cerca di costruire un pensionamento d’oro. Gli ho chiesto cosa volesse fare quest’anno fino all’ultima partita. E non ho avuto risposta. Ho notato una certa ineducazione, in questo silenzio. Ma non mi sono offeso. L’ho definito un genio? Vero. Ma la sua genialità è un po’ monotematica. L’ho visto giocare in un solo modo. Vediamo cosa saprà fare in Inghilterra. Cosa gli manca? Un allenatore completo non fa solo divertire, ma deve anche vincere”. Un dente avvelenato ancora non placatosi dopo 3 mesi…
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